a cura di Remo Blasi
Sì, siamo al 12° corso di costruzione organizzato dal Fly Fisherman Club ma possiamo dire di aver fatto…..13. Proprio così e per tanti motivi. Il primo fra tutti la grande adesione. Ben 18 iscritti che ci hanno impegnato non poco a organizzare il tutto. Il secondo l’entusiasmo con cui tutti hanno seguito le serate sia per quanto riguarda la teoria tenuta da Aldo Angelini che per la pratica della quale si é occupato, manco a dirlo Walter Luzi. Il terzo, ma non certo ultimo per importanza, l’entusiasmo con cui noi del club abbiamo accolto la partecipazione di tutti.
Il sottoscritto, ad esempio, risponde, e molto volentieri, su whatsapp a tutti i messaggi che un partecipante gli invia per chiedere informazioni sui materiali, sui passaggi costruttivi delle mosche fatte nell’ultima serata per poter esercitarsi a casa.
Questo non può che caricarci le batterie per un anno pieno di impegni a partire dalla gestione dell’Ars fino all’organizzazione del terzo Fly Meeting che si terrà il prossimo autunno.
Ricordiamo, inoltre, che al termine del corso di costruzione, si terrà il corso di lancio che durerà tre serate. Se dovessimo avere altri iscritti dovremmo prenotare il Circo Massimo 🙂 !!!!!!!!
A presto
Lo so .. e’ un argomento che a qualche pam non piacera’, (di sicuro mogli e figli saranno felici ).
Ricordo le prime uscite all’estero e i bei posti della ex jugoslavia e austria, con paesaggi da cartolina dove andavamo a cercare i fiumi piu’ famosi per far volteggiare le nostre code, e mi viene in mente che in qualche contesto , condividere quelle bellezze naturali con la famiglia , anziche’ far vedere loro solo le foto al ritorno ,poteva essere un modo di coinvolgerli nella passione per la pesca .
Vero e’ che quando ti muovi con moglie e figlio/i devi assicurarti che il posto scelto sia tranquillo, con albergo , servizi , e luoghi da visitare , per cui si deve scegliere un giusto compromesso tra pesca e turismo. Magari invece della solita full immersion sul fiume si fanno delle uscite programmate in modo da accontentare tutti.
Devo dire che grazie a questa passione ho avuto modo di apprezzare anche le bellezze architettoniche di molti luoghi e non solo i fiumi, e sono contento di aver portato la famiglia quando le situazioni lo permettevano, e oggi rivedere le foto di quei luoghi insieme,mi riempie di gioia.
Ubaldo Angelini
Come di consueto,anche quest’ anno il Fly Fisherman Club organizza il corso dedicato alla realizzazione delle mosche artificiali e al corso di lancio ,nozioni di base fondamentali per poter imparare a lanciare con la coda di topo ed affrontare le acque pescando a mosca.
I corsi di costruzione si svolgeranno presso la sede del Fly Fisherman Club in Via della Repubblica 29- Ascoli Piceno
Le date relative al corso di costruzione sono le seguenti :
17 Aprile 2015 – dalle ore 21.15 alle ore 23:30
24 Aprile 2015 – dalle ore 21.15 alle ore 23:30
08 Maggio 2015 – dalle ore 21.15 alle ore 23:30
Per Info ed iscrizioni contattateci ai seguenti recapiti : info@flyfisherman.it – Marco Travaglini 3663599186 – Ubaldo Angelini 3356794501 www.flyfisherman.it
V I R I C O R D I A M O C H E I C O R S I S O N O T O T A L M E N T E G R A T U I T I
Al termine del corso di costruzione si svolgerà il corso di lancio con la canna da mosca , le date ed il luogo verranno comunicate a breve, in base al numero dei partecipanti e alla disponibilità della struttura predisposta.
Angler: Bruno Generali
Nick Pipam: Gix
Tecnica: Secca
Artificiale: Adams Parachute amo #16
Periodo: Agosto 2014
Attrezzatura: Canna Guideline 9 Piedi Coda #5 – coda DT Floating, finale conico da 15 piedi, tip#14
Pesce: Trota Fario
A cura di Alberto Galeazzo ( Faina)
La pesca a mosca alla carpa prevede varie esche tra cui l’imitazione di erba. Non di rado mi è capitato di vedere carpe e amur cibarsi di ciuffi d’erba o germogli staccatisi dal bordo del fiume o lago, e di catturarne usando proprio imitazioni di ciuffi d’erba. Una delle cose fondamentali per questo tipo di imitazione è la leggerezza, l’esca deve fluttuare in acqua; e per il massimo divertimento, deve galleggiare in modo da vedere il pesce bollare… L’amur in particolar modo è molto “delicato”, e più di una volta l’ho visto assaggiare in punta di labbra l’imitazione d’erba, senza poi cibarsene, robe da batticuore, visto che sto parlando di pesci anche sopra ai 10kg.
Bloccare il filo di montaggio
Bloccare al centro dell’amo con alcuni giri a x 4 pezzi di Artificial Raffia
Bloccare al centro della raffia il Marabou verde cercando di passare le fibre in mezzo alla raffia
Con il filo di montaggio spostarsi vicino all’occhiello dell’amo e bloccare un pezzo di foam verde. Effetuare un nodo di chiusura
Con una forbice ben affilata sagomare le punte della raffia e del foam in modo che appaiano appuntite.
La mosca è terminata
Uno dei metodi più classici per realizzare alla line il loop di connessione per il finale. Si realizza rapidamente con due nail-knots legati a meno di un centimetro l’uno dall’altro, utilizzando un mono in nylon non superiore alle 15 lb. Le garanzie di tenuta sono ottime. Oltre tutto, non togliendo il coating alla line, avremo un grip maggiore con il finale in fase di combattimento con il pesce.
1) Dopo aver raddoppiato la punta della line, realizzare il primo nail-knot utilizzando un grosso ago da tappezzière. 2) Importante realizzare il nodo con le spire non sovrapposte e ben serrate. 3) Recidere le eccedenze di nylon. 4) Realizzae il secondo nail-knot. 5) Dopo aver reciso l’eccedenza di line, ricoprire i due nail-knots con una goccia di Pliobond o con colla a base elastica che dopo l’asciugatura resti morbida. Ringraziamo Pipam (Pagina italiana Pesca a mosca) per la collaborazione
© PIPAM.org www.pipam.it
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Il corso si propone di insegnare le basi e i “trucchi” per pescare in modo efficace con lo Strike Indicator.
Comprende:
Pernotto e colazione a Villa Marinotti
Teoria la sera prima: 21.00-23.00
Pratica in pesca su itinerario da scegliere a seconda delle condizioni di pesca.
Pranzo al sacco.
Permesso di pesca non incluso.
Le date del corso vanno concordate con un certo anticipo.
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Non si può andare in Nuova Zelanda per due giorni, nè per tre o per una settimana. Se ci vai ci stai il tempo necessario per ubriacarti di natura, paesaggi dal silenzio assordante e trote, con puntini e senza puntini.
Angelo Piller e Antonio Napolitano ci trasportano in un viaggio nel tempo, dove il tempo non è mai passato e dove le trote non nascono dalle uova ma direttamente dai macigni che fiancheggiano i fiumi, come Dei pagani o giganti dell’acqua.
A New Zealand Trout Journey from HFChannel on Vimeo.
Salve a tutti,
in questo mese la scheda tratterà ancora l’ordine degli effemerotteri e nello specifico la famiglia dei Baetidae genere Centroptilum e precisamente la specie Centroptilum pennulatum. Il tema comune di questi insetti finora trattati e che sono ampiamente diffusi in tutto il territorio nazionale.
Diffusione e specificità
Philum Artropodi
Ordine Ephemeroptera
Famiglia Centroptilum
Specie Centroptilum pennulatum
Il Centroptilum pennulatum è presente su tutto il territorio italiano. E’ un insetto che predilige il corso medio e inferiore dei fiumi e torrenti in particolare dove la corrente è moderata. La ninfa, nuotatrice, di piccola taglia (mm 7 – 10 mm) è di colore gialo paglierino con macchie scure, e arrivano a maturazione in primavera da maggio a settembre e le schiuse sono composte da abbondanti esemplari. L’insetto adulto (imago) presenta zampe trasaparenti e ali trasparenti torace nocciola addome bianco sporco con i primi tre uriti arancio ruggine mentre la subimago presenta torace nocciola e addome bianco giallastro e ali grigio medio.
Generalità: ciclo biologico degli effemerotteri
A partire dallo stadio adulto gli Ephemeroptera smettono di alimentarsi a causa dell’atrofizzazione dell’apparato boccale. Non a caso in grecoephemeros significa “che vive un giorno”. Raggiunta l’immagine alare, la loro vita rimane infatti di breve durata: il più delle specie vive meno di un giorno, mentre solo alcune arrivano massimo a una settimana. Avendo così poco tempo a disposizione, gli insetti sono immediatamente alla ricerca di una compagna. L’accoppiamento avviene in volo, sempre nelle vicinanze dell’acqua. Il maschio afferra letteralmente la femmina trattenendola con le zampe posteriori (frequentemente più lunghe) e la tiene a sé con alcune appendici genitali di struttura a pinza o a forcipe. Per favorire l’individuazione delle femmine, che al momento dell’accoppiamento volano in grossi sciami nei pressi dell’acqua, i maschi possiedono generalmente degli occhi più grandi. In alcune specie gli occhi (che in quest’ordine sono sempre composti) sono suddivisi in due parti, una superiore – con delle faccette più grandi, ed una inferiore – con delle faccette più piccole. Nei Baetidae la parte superiore assume una particolare forma a torre dalla punta appiattita (formando i cosiddetti “occhi a turbante“) favorendo ulteriormente l’individuazione della compagna.
La brevità della vita degli adulti è compensata da un lungo processo di sviluppo larvale. Alcune larve arrivano ad impiegare 2 anni per raggiungere la prima muta (Ephemera danica), anche se la media rimane quella di un anno. Le larve di alcune specie posseggono ben 27 mute. Il loro sviluppo avviene completamente in acqua, o comunque nelle vicinanze della superficie. Si nutrono di piante ed alghe, e si ipotizza che alcune siano in grado di cibarsi di composti organici animali. Respirano grazie a branchie laterali appiattite, dette tracheobranchie (di solito 7) disposte lungo l’addome, anche se non mancano specie con branchie situate alla base delle coxe. In alcune specie le branchie possono essere in grado di vibrare agitando l’acqua intorno, in modo da supplire ad un’eventuale carenza d’ossigeno o addirittura in modo da generare una piccola spinta propulsiva nel mezzo acquatico. La maggior parte degli Ephemeroptera possiede tre appendici caudali, anche se nella rispettiva forma adulta ne possono manifestare un numero diverso
Francesco Quagliarini