Angler: Beniamino Costantini
Nick Pipam: benet
Tecnica: Mosca secca
Artificiale: klinkhammer su amo del 16
Periodo: Mattina di Agosto
Attrezzatura: Canna AirFlo 9′ Piedi Coda #4 DT Floating, finale a nodi
Pesce: Trota Fario
Breve racconto: Appena entrato in pesca ho visto questo splendido pesce bollare sotto un ramo; qualche falso lancio e …. PRESA !
Nei primi anni di pesca a mosca utilizzavo il san juan, esclusivamente quando mi trovavo sul fiume in condizioni di acqua velata, livelli piuttosto alti, perché in questi casi è più alta la probabilità che la corrente porti con se lombrichi e altri vermicelli di cui i pesci possono nutrirsi, col passare del tempo però, ho iniziato ad utilizzare quest’imitazione anche in altre situazioni e devo dire anche con ottimi risultati.
L’impiego sempre più frequente, richiede ovviamente una scatolina ben fornita di san juan.
Due sono le caratteristiche per me importanti di questa imitazione; essendo affondante, una è sicuramente il peso, averne di pesi differenti è fondamentale per affrontare al meglio diverse profondità e velocità di corrente, l’altra caratteristica importante per me è il colore, oltre al classico rosso ne utilizzo altri, in particolare marrone scuro o un marrone più chiaro. Per aver maggiori possibilità di variare colore e peso dell’artificiale, prendendo spunto dalle tube flies, ho pensato di montare la ciniglia sull’amo con un classico gommino utilizzato per fissare i galleggianti sulla lenza, questo metodo mi permette di cambiare velocemente il colore del san juan, semplicemente sfilando la ciniglia.
Avendo quindi nella scatola, tre o quattro ami “nudi” ognuno con solo una bead in tungsteno di peso diverso e tre o quattro pezzetti di ciniglia con un gommino infilato di differenti colori, abbiamo la possibilità di combinare come vogliamo colore e peso senza avere con se 20 artificiali.Inoltre utilizzando questo metodo ho notato che la ciniglia tende a rovinarsi meno nel punto dove è fissata all’amo questo perché il gommino stringe meno del filo di montaggio ed avere un imitazione più resistente sicuramente non guasta….
Ciao a tutti, Graziano Viviani
A cura di Walter Luzi
AMO: hanak h 130 bl 16 18
FILO: nocciola
CODE: fibre collo oliva
ADDOME: biot di tacchino grigio colorato in acido picrico
TORACE: dubbing sintetico oliva
ALI: cdc grigio scuro naturale
HACKLES: piuma collo oliva
TESTA: filo di montaggio
In pieno inverno possiamo scegliere di restare comodi e al calduccio in casa, magari davanti al camino con una tazza di buon caffè , magari con il nostro materiale da costruzione sparso sul tavolo intenti a riempire le scatole in attesa dell’apertura, oppure possiamo chiamare un amico, armarci di canna, mulinello e mosche, di abbigliamento adatto ad affrontare temperature prossime allo zero e cercare , nei fiumi che permettono di pescare per via del regolamento e la classificazione delle acque come materia “C”, quella cattura che ci renderà felici e darà libero sfogo alla passione che ci martella la testa tutto l’anno e non solo nei mesi in cui la pesca si pratica abitualmente.
Uno di questi fiumi è il Tronto e precisamente il no kill che attraversa la città di Ascoli Piceno, insieme al mio amico Remo, il quale accetta subito la mia proposta in quanto irriducibile come me ,inizia una sessione di pesca con una situazione davvero complicata , l’acqua è molto fredda, la neve è scesa fino a quota basse nelle zone limitrofe e quel che più ci preoccupa è non vedere nemmeno un pesce scappare o comunque in attività ma la sfida ci piace e iniziamo subito a pescare 🙂
Remo con ottimismo propone di dividerci pescando posizionati al centro del fiume, provando in questo modo a sondare con cura entrambe le sponde. Lancio io, poi lancia lui , niente! Lanciamo ancora , cambio ninfa, poi un altra e un altra ancora ma ….. N I E N T E ! Forse era meglio rimanere a casa o forse no ? Andiamo avanti ed insistiamo. Ad un certo punto noto che a fine passata , con la mia ninfa in fagiano e bead rossa, un pesce ha inseguito e attaccato l’artificiale, forse ci siamo qualcosa si muove.
A quel punto decido di montare un piccolo streamer e cambiare approccio, lasciando sostare e lavorare l’artificiale per un tempo più lungo nella zona in cui potrebbe esserci il pesce.Dopo un paio di tentativi arriva il primo pesce , in questo caso l’attacco è fulmineo e riesco a guadinare la mia prima trota della giornata. Più avanti Remo decide di insistere con la ninfa cambiando anche lui molte volte l’artificiale provando con diverse varianti fino a quando riesce a trovare quella giusta con la quale infila 3 catture una dopo l’altra, la ninfa miracolosa è montata su amo del 14 , realizzata in fagiano, collare in pavone , e bead in tungsteno color Rosa , le code sono anch’esse in fagiano e sul corpo ha fatto un rigaggio con filo di rame.
A quel punto siamo arrivati alle 14.00 con un timido sole che ha portato la temperatura sopra i 5 gradi e ci ha aiutato a recuperare l’uso delle articolazioni agevolando il processo di decongelamento del nostro corpo :-)Decidemmo di smettere e tornare indietro per rientrare a casa e ripercorriamo la strada del ritorno verso l’auto costeggiando il fiume, questo è il tipico atteggiamento del pescatore che non si accontenta mai , neanche dopo aver preso pesci in condizioni al limite come quelle di oggi, infatti camminando entrambi guardavamo con attenzione verso il fiume che dista circa 10-15 mt dal sentiero e quando Remo si blocca di colpo capisco che anche lui vede ciò che ho visto anch’io , una bollata !
Si, un bel pesce aveva bollato e dopo alcuni secondi bolla di nuovo, Remo ha un finale da 10-12 piedi e la sua ninfetta con testina rosa per cui taglia il filo, allunga il tip con una sbracciata di 0,14 e monta la adams della quale si fida ciecamente e alla quale si affida quasi sempre, lancia ma è corto, allunga volteggiando 3 o 4 volte di rovescio ed effettua una posa perfetta, la mosca scende bene lungo la linea di cibo che porta dritto alla trota che non può far altro che salire e bollare . Ferrata di Remo, recupero e pesce nel guadino, tutto perfetto ! Mentre fotografiamo questo pesce ci rendiamo conto della sua bellezza e delle sue pinne esagerate, Respect!
Adesso si che possiamo tornare a casa, adesso si che siamo soddisfatti, infreddoliti e stanchi ma soddisfatti e magari tra un pio di giorni potremmo riprovarci, sempre meglio di stare fermi ad aspettare in attesa che arrivi Marzo 🙂
A presto, Antonio
Salve a tutti, questa la rubrica tratterà l’ordine degli effemerotteri e nello specifico la famiglia dei Baetidae cercando, nei limiti del possibile di rispettare la stagionalità di presenza degli sfarfallamenti nei nostri ecosistemi acquatici anche se non sarà semplice in quanto in un determinato periodo come ad esempio in primavera troveremo diversi ordini e famiglie che schiuderanno nello stesso periodo.
Il genere di questo mese è il Cloeon rappresentato dalla specie Cloeon cognatum (ex dipterum) il quale è presente in Italia in ogni regione in maniera massiccia.
Morfologia:
Il C. dipterum possiede un solo paio di ali. Questa caratteristica è sottolineata anche dall’epiteto specifico “dipterum”, che è composto dal prefisso latino di-, che significa due, e dalla parola greca πτερον (pteron), che significa ala. La colorazione delle ninfe come del resto dell’insetto adulto è assai variabile e va dal giallo chiaro al grgio verde a marroncino.
Ciclo biologico:
C. dipterum si distingue dalle altre effimere per essere ovoviviparo, ed è l’unica specie conosciuta in Europa con questa caratteristica. Dopo 10-14 giorni dall’accoppiamento, le femmine cercano un luogo protetto ad esempio sui soffitti delle nostre case poi depongono le uova che si schiudono non appena entrano in contatto con l’acqua. Le larve possono sopravvivere per mesi in condizioni di anossia, un adattamento necessario per superare il periodo invernale negli stagni gelati superficialmente che contengono poco ossigeno disciolto ecco il motivo della loro abbondante diffusione.
Appuntamento alla prossima rubrica, un saluto a tutti.
Francesco Quagliarini
Ringraziamo Pipam (Pagina italiana Pesca a mosca) per la collaborazione
A cura di Remo Blasi
Tra le tante cose che volevamo migliorare nella gestione della riserva, figurava l’annullamento di quella finestra temporale, ad inizio di ogni anno, durante la quale i cedolini ufficiali dei tesserini della ARS Tronto (sia giornalieri che annuali) risultavano indisponibili in attesa che venissero stampati quelli ufficiali. Accogliendo un appunto fattoci da alcuni dei siti di distribuzione, che ringraziamo per averci sollevato il problema, abbiamo rilevato come fosse importante garantire la presenza degli stessi fin dall’inizio dell’anno. Ne abbiamo parlato all’amministrazione provinciale che ha subito provveduto ad attivare la macchina per arrivare a stampare i nuovi cedolini affinché siano disponibili sin dal 1° Gennaio 2015. Quindi, salvo imprevisti dell’ultimo momento, cari amici pescatori, sin dal 1° Gennaio non ci saranno più le difficoltà, seppur minime, dovute all’assenza dei cedolini nei punti di distribuzione che, teniamo a sottolineare, rimangono gli stessi dello scorso anno. In attesa del nuovo anno, per chi non l’avesse ancora visto, vi rimandiamo ad un filmato, fatto nell’inverno del 2013, tanto per ricordare che nell’ARS Tronto ci si diverte sempre….
Uno dei più bei viaggi di pesca , sia dal punto di vista delle catture che per la bellezza della natura e della vacanza stessa è stato quello fatto nella Lapponia svedese, al campo di Tjuonajokk. Dopo essere arrivati a Kiruna, la città dove in inverno costruiscono l’albergo completamente di ghiaccio, con un elicottero si arriva al campo.
L’arrivo non fu dei migliori, perchè arrivati al campo venimmo chiamati a dare soccorso ad un pescatore che colto da malore quando arrivammo noi già era morto di infarto. Io , Aldo ed Antonio rimanemmo per un po’ scossi pensando al fatto che in un posto così sperduto se succede qualcosa sono dolori.
Gli alloggi fatti in legno sono situati sulle rive di un lago e da qui con delle barche si parte per raggiungere i luoghi dove ci sono le rapide che costituiscono l’habitat ideale per temoli, trote e salmerini.
Il tempo varia velocemente e può succedere che da vento freddo e nevischio se si libera il cielo dalle nuvole si può pescare in maniche corte.
Si pesca sia a ninfa che a secca, ma la cosa alla quale bisogna prestare la massima attenzione è il dragaggio. I temoli artici possono sembrare anzi lo sono, agressivi; ma se una secca non galleggia perfettamente o una ninfa presa dalla corrente viaggia in maniera anomala ti puoi scordare le abboccate. in questo è stato di aiuto lo strike indicator , la guida non sapeva cosa fosse, ma alla fine della vacanza era già uno specialista in questo tipo di pesca.
A cura di Sandro Spuria
FLY TYER = WALTER LUZI
Amo: 16 gambo lungo
Filo: Marrone
Addome: Biot tacchino grigio
Ali: Punte piume gallopardo
Hackles: Piuma gallo grigio divisa da cdc
Testa: Filo di montaggio