I racconti della 1a avventura , i contatti e le amicizie instaurate , ci hanno gasati a mille, per cui ci prepariamo ad un nuovo viaggio per il 2001 e questa volta non lasciamo niente al caso.
Preparazione quasi paramilitare, (progettazione e realizzazione di un phontom da tre posti piu’ uno da due da sistemare, tende, materassini,sacchi a pelo, telefono satellitare, borse impermeabili ) e quant’altro ci viene in mente per affrontare la discesa di un affluente del grande fiume Ponoj.Siamo Io, Sandro, Daniele, Gianni, Antonio, piu’ le guide(ricercatori) Alexjej e Sasha e un ragazzo finlandese laureando in biologia.
Portare i due Phontom non e’ stato facile, non solo per il peso che ci hanno fatto pagare , ma per la preoccupazione che non arrivassero a destinazione compromettendo la spedizione.La fortuna e i dollari ci assistono, e arriviamo a Mosca , ora bisogna arrivare a Murmansk con tutti i bagagli. E’ fatta all’arrivo ci aspetta Sasha con un camion sul quale carichiamo il tutto.Il mattino seguente trasferimento in un altro piccolo aereoporto dove arrivera’ un elicottero per portarci a destinazione.I tempi russi sono molto approssimativi, per cui aspettiamo mezza giornata ma finalmente arriva .
E’ un bestione della guerra in Afgahjstan , ci carichiamo tutta la camionata di attrezzature e viveri e si parte con qualche difficolta’ ad alzarsi in volo. Il viaggio non e’ lungo, ma ci fa vedere una natura e dei panorami insoliti, ( Tundra , renne , fiumi e torrenti immersi in un territorio immenso).L’arrivo a destinazione e’ quasi traumatico,( presto scaricare bagagli, fare mucchio sotto elicottero, stare sopra al mucchio, ) l’elicottero senza spegnere il motore riparte e noi sotto a tenere i bagagli stesi come sardine … che fifa……
Ora siamo soli, abbandonati in un posto nella tundra ,vicino a un affluente del Ponoj .Per fortuna che abbiamo un rifugio , una capanna in legno con tavolacci per dormire , e un grill fuori dove Sasha ci prepara spiedini favolosi e frittelle.Il mattino seguente e’ pieno di preparativi, (montare i Phontom, l’attrezzatura da pesca, pronti per ridiscendere l’ affluente per 50 km ). Durante il percorso si pesca ma con scarsi risultati, ogni tanto ci si ferma per un caffe’ e uno spuntino.
Io e Daniele rimaniamo indietro, e ci accorgiamo di aver forato un gelleggiante. Richiamamo con qualche difficolta’ il gruppo e aggiustiamo alla meno peggio la foratura. Si riparte e dopo qualche ora eccoci alla confluenza con il Ponoj.Il fiume fa quasi paura tanto e’ largo e con acqua color caffe’,lo attraversiamo con ansia e timore, soprattutto per la precaria riparazione della foratura, e con un po di fortuna e qualche santo che ci protegge arriviamo a riva dove facciamo campo.
Sasha parte con la motosega a procurare legna e accende subito un gran fuoco, nel frattempo piove, e ci ripariamo sotto un telone per tentare di riparare la foratura, ma e’ troppo freddo e umido perche l’adesivo funzioni , ma una pezza piu’ consistente sembra reggere bene.La parte alta del Ponoj non ha molti spot pescabili a mosca, e’ molto largo e si entra in acqua in pochi punti.
Dove riusciamo si prova con la due mani e qualche salmone viene tirato a riva.Dopo alcuni accampamenti il viaggio volge al termine con un po di delusione , in compenso abbiamo rafforzato l’amicizia e appreso nuove informazioni.Arriviamo al campo dei Russi dove pernottiamo e il giorno seguente un elicottero ci riportera’ a Murmansk.
Convinti ritornare l’anno seguente ,lasciamo in loco il phontom da tre, le tende e quant’altro ci potra’ servire per la prossima volta.Il racconto non e’ finito qui, ora viene il bello, e ve lo riassumero’ nella 3a puntata 🙂
Ciao , Ubaldo Angelini
Il Fly Fisherman Club informa tutti i frequentatori dell’ ARS TRONTO che è stato definito un progetto per l’installazione di alcune WEBCAM distribuite lungo il tratto No Kill per poter monitorare i livelli e di conseguenza offrire in tempo reale la situazione delle acque del fiume Tronto nei tratti interessati.
E’ inoltre prevista l’installazione di un asta graduata visibile dal ponte romano,questo progetto in fase di realizzazione è un enorme passo avanti per la ARS TRONTO e va ad aggiungersi alle opere pianificate come la sistemazione degli accessi nella zona dello stadio, le scalette tra i due ponti e i sentieri che a causa delle piene verrano tracciati nuovamente.
Tutto questo necessita di tanto impegno e volontariato dunque ringraziamo in anticipo coloro che si offriranno per darci una mano per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Per info : info@flyfisherman.it
Il Fly Fisherman Club
Realizzazione : WALTER LUZI
Artificiale molto efficace durante la schiusa di Effemerella (Serratella) Ignita e piccole Baetis
MATERIALI IMPIEGATI :
AMO : Hanak H130 bl 20 18 16
FILO: Oliva
CODE: fibre di piuma di collo di gallo
RIGAGGIO: filo di cotone oliva
ADDOME: Dubbing di capok verde chiaro
TORACE: Dubbing CDC fibre sintetiche oliva scuro
ALI: CDC grigio naturale
TESTA: Filo di montaggio
Grazie all’impegno di Antonio Ercole e Daniele Bolelli (sempre con le orecchie dritte per nuove mete), si riesce quasi per caso a contattare un Biologo in Russia e, guarda la fortuna , si occupa di fare rilievi per l’Universita’ di Petrozavoskj sul fiume Varzuga, e dice che e’ possibile invitarci a titolo scientifico, per partecipare alla sua spedizione di ricerca.Siamo nel 2000, Io purtroppo per motivi di famiglia non posso accompagnarli nella nuova destinazione, ma Daniele , Sandro , Gianni e Antonio ,partono in Agosto per una prima avventura sulla penisola di Kola.
Affrontano il viaggio un po’ all’avventura, (i bagagli arrivano parzialmente, i tempi si stringono,) ma alla fine riescono ad arrivare a Murmask . Dopo un viaggio indescrivibile , tra boschi e guadi estremi con un mezzo al limite , eccoli sul fiume . E qui tutto scompare, il sonno , la stanchezza, l’ansia e la fame….
Il fiume Varzuga, e’ uno dei piu’ belli e pescosi della Penisola di Kola . Pescare a scendere con il gommone,penso sia una esperienza unica. Fermarsi nelle pool migliori, fare il campo nella foresta, pensare solo alla pesca mentre le guide Alexej e Sasha preparano spiedini e altre cibarie da consumare intorno ad un immenso falo’ …e’ un sogno che si avvera.
I giorni passano in fretta ,tra spostamenti e nuovi campi,la pesca e’ buona con salmoni intorno ai 3-5 Kg, si pensa gia’ al prossimo anno , ma con qualche idea ed esperienza in più’. Per questo tipo di avventura e’ indispensabile un appoggio locale, una guida che conosca bene il fiume e sappia risolvere le situazioni più strane che possono capitare (Orsi, Lupi, Bracconieri, e quant’altro…) poiche’ la strada piu’ vicina al fiume e’ a 200 km………..
Si, si e’ soli, soli , soli…. Ma con tanti salmoni !!!!!! in una natura immensa e indescrivibile con amici che tra una wodka e l’altra sparano le cavolate piu’ assurde…..da crepare dal ridere..
Spero che le foto fornite da Sandro rendano l’idea della avventura. Saluti Ubaldo Angelini
Ps: ma non e’ finita qui…… il seguito alla 2a Puntata.
FLY TIER : Antonio Napolitano
Mi è capitato spesso di trascorrere intere giornate di pesca , affrontando il fiume con diverse tecniche che mi hanno permesso, adattandomi alle diverse situazioni , di effettuare discrete catture cambiando l’assetto del mio finale esattamente come cambiava il modo di alimentarsi dei pesci, dunque tornare a casa soddisfatto e appagato . Eppure quando a fine giornata, arrivava il momento di effettuare l’ultimo lancio riponevo in esso la speranza di beccare l’esemplare di taglia o il pesce più bello della buca, quasi come l’occasione del gol-partita a tempo scaduto ! altre volte invece lo utilizzavo solo per tirare fuori tutta la coda per poi riporla in maniera ordinata nel mulinello 🙁
Bene, vi racconto quello che è successo durante una giornata di pesca in un tratto appenninico del fiume Tronto in compagnia del mio amico Remo.
Siamo nel periodo estivo per cui vista la conformazione del fiume e le alte temperature decidiamo di pescare in caccia risalendo il torrente pescando alternati per evitare di spaventare i pesci smaliziati durante gli spostamenti.
Nei momenti di attività peschiamo utilizzando delle Adams Irristestible ( mosca preferita di Remo) e Attila killer o Royal Wulff alternando il tutto ad una pesca a ninfa light , in fase di switch non cambiamo il finale ma semplicemente accorciamo o allunghiamo il tip in base all’esigenza per essere pratici ed immediati.
Nei momenti in cui i pesci erano fermi , abbiamo avuto la massima resa utilizzando una micro ninfa tipo pheasant tail su amo del 16-18 con spot rosso , montata con un piccolo strike indicator in foam .In questo modo abbiamo ottenuto diverse catture con diversi modi di pescare a mosca arrivando così alla sera .
A quel punto potevamo ritenerci soddisfatti ma nella mia testa sarei tornato indietro volentieri di 50 mt per giocarmi un ultima carta in uno spot dove poco prima avevamo pescato troppo velocemente e forse anche male . in prima battuta vista la stanchezza e comunque la buona giornata di pesca potevamo anche accontentarci e quindi iniziammo a percorrere il sentiero che ci avrebbe portato alla macchina ma si sa basta uno sguardo per capire se ti trovi con un pescatore come tanti o con un ossessionato come te e pochi secondi dopo siamo di nuovo diretti sul fiume con la luce del sole che diminuisce e preannuncia in nostro coup de soir.
Arriviamo e notiamo subito che le trotine che c’erano prima erano sparite nonostante gli insetti e le buone condizioni , Remo inizia ad effettuare alcuni lanci precisi sotto sponda e viene premiato con un paio di belle fario rustiche e ben pinnate, mi cede poi il posto indicandomi l’inizio della buca dove gli era sembrato di vedere una bollata di un pesce interessante.
Avevo un tip del #12 e lo sostituisco con uno del #16 montando una sedge su amo del 14, volteggio cercando di effettuare una sola posa piuttosto precisa, decido di stendere il finale e chiudere il lancio con la canna alta, in questo modo ho potuto creare un onda con il vettino dall’alto in basso provocando “la classica pattinata” della sedge che cade in acqua proprio in prossimità del punto indicatomi da Remo, vedo la scia creata della mia mosca e una gobba pinnuta che mi toglie il fiato …… ferrata , canna piegata e recupero !Remo mi aiuta a guadinarla e mi da il 5 🙂
Un pesce che definirei perfetto per molti motivi, perfetto per la bellezza, per la taglia, per il punto e la difficoltà di cattura, perfetto per il contesto.
A presto, Antonio
Oggi parliamo di Pescavventura Fly Tour 2 , La serie in onda su Sky canale 236 a cura di Alberto Salvini e Marica Cicoria , interamente dedicata alla costruzione di mosche artificiali .
Questa per noi è una puntata speciale perché vedremo al morsetto il nostro amico e membro del Fly Fisheman Club , Walter luzi.In questa puntata Walter si cimenterà nella realizzazione della mosca che più di tutte lui stesso definisce un vero e proprio biglietto da visita, la “Epeorus Paraxial” ,una mosca da caccia per acque veloci , ottima per trote e cavedani, una “mosca da Pesca“.
Ringraziamo Alberto Salvini e Marica Cicoria ai quali facciamo i complimenti per la qualità dell’intrattenimento che offrono da sempre agli abbonati condividendo in pieno la passione per la pesca a mosca e il rispetto per la natura.
Dunque non perdete la puntata n°7 in onda in questi giorni su SkY canale 236.
By Graziano Viviani
MATERIALI IMPIEGATI
Dopo un periodo di piogge incessanti e livelli proibitivi, finalmente si intravede un miglioramento e noi , ovviamente , non potevamo che approfittarne per fare un giro di ricognizione per valutare la situazione e sopratutto andare a pesca.
Qualche giorno fa ci siamo riuniti a valle della riserva e con le adeguate attrezzature abbiamo affrontato le acque del Tronto che , in quel contesto , ricordavano i grandi fiumi da Steelhead 🙂 di conseguenza abbiamo optato per le attrezzature pesanti …ma pesanti davvero ! Infatti molti di noi sono arrivati con la canna a due mani ,gli altri con le 9′ per code 7-8.
Distribuiti e allineati lungo la sponda abbiamo trascorso qualche ora nella solita atmosfera amichevole e rilassata che caratterizza da tempo le nostre uscite, abbiamo pescato sopratutto a streamer riscontrando diversi attacchi e alla fine un paio di catture sono arrivate.
Oggi 18 Maggio, ci siamo risvegliati con l’acqua del fiume in evidente schiarita e livelli in calo, forse è la volta buona, forse questa volta il duro inverno è davvero finito, si spera !
Ubaldo e Beniamino hanno pescato tra i due ponti con imitazioni di ninfe e piccoli streamer , hanno individuato la giusta tecnica che gli ha permesso di catturare qualche bella fario, direi un ottimo inizio!
Bene, ripartiamo da qui , da questa giornata con la speranza di vedere la situazione migliorare e ricominciare a pescare regolarmente, a pescare seriamente 🙂
A presto
il Fly Fisheman Club
Testo e Foto di Ubaldo Angelini
Era il1998 quando l’amico Pietro Garbolino mi propose questo viaggio di pesca .
Piero era sempre alla ricerca di nuovi itinerari e su internet trovo’ un articolo che descriveva la Lapponia Svedese ,in particolare il campo di pesca di Tjunajokk come uno dei migliori al mondo per la pesca del temolo artico ,trote di lago e lucci .Presi i contatti con il manager del campo ,il sig. Palle Anderson, prenotammo per una settimana fra Luglio e Agosto.
Il campo si trova sul fiume Kaitum che fa parte del bacino fluviale del Kalix che sfocia nel mar Baltico , ed e’ a 120 km sopra il Circolo Polare Artico , raggiungibile da Kiruna con 30 minuti di elicottero.
La localita’ e’ selvaggia, priva di insediamenti umani, ed e’ tutelata essendo dichiarata Parco Naturale.
Il campo e’ costituito da diverse capanne in legno dotate di impianto di riscaldamento a gas ed elettrico con pannelli solari, in piu’ una cucina , poi i servizi, il ristorante e la reception con un piccolo negozio che ha un po di tutto.
Il fiume mi apparve subito grandissimo , difficile da pescare in wading sia per la corrente , ma soprattutto per il fondo costituito da grosse rocce spaccate dal gelo invernale.
Iniziai pescando a ninfa usando dei jig dorati sul 16-18 che mi aveva insegnato l’amico Esildo, e devo dire che i risultati non tardarono a venire. Quasi ogni lancio era un bel temolo , con pezzature sopra ai 40 cm ,e qualcuno anche intorno ai 50. Che pesce stupendo, con la sua grande pinna dorsale si mostrava in tutta la sua eleganza e potenza in salti mozzafiato, e a fine giornata, alternando anche con la secca nei momenti di attivita’, le catture erano veramente tante .
La cosa che ti colpisce di piu’ in questi posti ,nel periodo estivo ,e’ la completa mancanza del buio , e’ sempre giorno e succedeva spesso che quando noi tornavamo al campo dopo una giornata di pesca , alcuni partivano con il sole di mezzanotte per le loro battute.Mi piacque talmente che l’anno dopo tornai insieme agli amici Sandro e Antonio Ercole nel mese di Agosto. I livelli erano piu’ bassi e per la pesca e’ il periodo migliore, l’unico inconveniente e’ che ci sono piu’ zanzare, ma un po’ bisogna soffrire …..
E’ stata sicuramente una bella esperienza insieme a simpatici amici in un posto da favola, ciao . Al prossimo racconto
Ubaldo Angelini