Nel numero 6 di ” La pesca Mosca e Spinning” in edicola, troverete l’articolo di Antonio Napolitano che parla tecnica e di Ars Tronto , ecco a voi un assaggio:
Inverno non vuol dire solo laghetti: esistono realtà fluviali nelle quali è possibi- le insidiare a mosca le trote anche nei mesi più freddi dell’anno. Così è nell’ARS Tronto di Ascoli Piceno, dove, seguendo i consigli dell’autore, si può pescare con successo a secca, streamer e ninfa.
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http://issuu.com/lapescamoscaspinning/docs/la-pesca-mosca-e-spinning-6-2015_an?e=18028455/31603844
Pillola di PASSIONE ARTIFICIALE. Forse una delle puntate più belle andate in onda sul canale.
La pesca a mosca è certamente fra le tecniche più poliedriche in senso assoluto. In questo straordinario episodio vedremo Matteo De Falco ed i suoi ospiti cimentarsi con un pesce che raramente è stato accostato al fly fishing: il barbo.
Ma le sorprese non finiscono qui perchè, fra mille combattimenti all’ultimo respiro ce ne sarà uno che lascerà tutti a bocca aperta…
Ormai il desiderio di realizzare il Grande Slam era diventato una fissa…..
Tutte le notti combattevo con Permit e tarpon giganti (in sogno).Purtroppo nel 2012 , per motivi famigliari ( si sposava mio figlio) , non ho potuto organizzare il viaggio, che ho rimandato al Febbraio del 2013 . Come sempre contatto Tiziano, il quale mi propone un pacchetto di 10 giorni con moglie al seguito, e con una sorpresa in piu’, avro’ a disposizione per le uscite di pesca una nuova guida, molto esperta, e anche pescatore a mosca, Juan .Questa volta non ho scuse, se non realizzo almeno il tris, mi taglio le vene…….Arrivati a Punta Allen conosciamo Juan , un ragazzone simpatico con il quale mi intendo subito, e gli dico immediatamente quali sono i miei progetti , realizzare il Grande Slam. Infatti fin dalle prime uscite mi porta in canali e flats dove ritiene ci siano i pesci che mi interessano.Juan e’ davvero in gamba, avvista i pesci a 100 metri, mentre io come al solito non vedevo nulla,mi fa scendere dalla barca e con l’acqua alla gola mi trascina letteralmente ad incrociare il Permit che ha avvistato.Lancia..!!! lancia…! !!! permit a ore 10.00 ,20 metri. Come al solito l’emozione, il vento , le onde che mi arrivavano in bocca, lancio …ma sopra la testa del pesce ,che si spaventa e se ne va. Pazienza si riparte in cerca di altri pesci. I giorni passano fra catture e delusioni, finche’ arriviamo al fatidico giorno; il mare e’ perfetto, non c’e’ vento (strano), insieme a Tiziano , Juan e l’aiuto guida iniziamo una nuova giornata di pesca alla ricerca di pesci.Inizio subito con un bel bonefish, poi ci dirigiamo in un canale di mangrovie dove Tiziano al primo lancio stuzzica l’uscita di un bel Tarpon , e mi concede il secondo lancio ..al quale segue una ferrata vigorosa , c’e’!!!!!! dopo vari salti lo porto a bordo per la foto. A questo punto mi mancava solo il Permit.
Juan con la sua esperienza continua a scrutare il mare , e a un certo punto grida : Palometa !!!! No due !!! una a ore 10 e una a ore 2. Ci vengono incontro. Lancio a ore 10 , circa 20 metri ma troppo preciso, in testa e se ne va, recupero velocemente la coda mentre l’altra si avvicina . E’ a circa 15 metri , il primo lancio troppo indietro, ,recupero coda e faccio un lancio rovescio , il tempo di far affondare la mosca ( una Avalon Fly ) sento una leggera trazione e ferro deciso …. C’e’ !!!!! Inizia una fuga che mi porta via non so quanto backing, ma la tengo , sento la sua forza e inizio il recupero lentamente assecondando le ripartite.
Dopo circa 20 minuti la vedo , bianca , rotonda, come uno specchio . e’ mia!!!! Finalmente !!! Juan la prenda per la coda e me la porge . Non so quanta adrenalina ho prodotto in quei minuti, ma il cuore per fortuna ha retto ….. e ora la soddisfazione di quella cattura mi ripagava di tutte le delusioni e gli sbagli fatti.
Finalmente il Grande Slam , e’ vero ho impiegato tre anni per realizzarlo, ma se considerate bene sono tre settimane di pesca, e per essere partito da zero esperienza in mare, posso essere soddisfatto, anzi lo sono.
Continuo a sognare combattimenti con Tarpon enormi , Permit impossibili e bonefish da urlo
Asta luego ,
alla prossima avventura
Ubaldo Angelini
Inutile dire che la prima esperienza in mare a Punta Allen mi aveva molto stimolato, e l’anno dopo , Marzo 2011, decidiamo di tornare cercando di fare anche un po’ di turismo. Infatti mi accordo con Tiziano per una settimana di pesca con la guida, e tre giorni di soggiorno a Plaja del Carmen, per la gioia di mia moglie che ama andare per negozi….Memore degli errori fatti la prima volta, mi attrezzo adeguatamente sia con canne, code, artificiali e quant’altro.Per le uscite in barca occorrono almeno tre canne, una per coda 7 (bonefish) una per coda 9 (permit)e una pe coda 11( tarpon). I mulinelli con almeno 250 metri di baking 20/30 libbre, rigorosamente saltwather.
Anche quest’anno la guida e’ Carlos con il quale si era gia’ instaurato un bel rapporto.Avevo gia’ sentito parlare da Tiziano del Grande Slam e del super Grande Slam, praticamente consiste nel catturare a mosca ,nell’arco della giornata, i tre o quattro tipi di pesci presenti nelle flats ( bonefish, permit, tarpon e snook per il super Slam. Non ha importanza la dimensionie del pescato, l’importante e’ che la guida ,riconosciuta dall ‘IGFA (Intenational Game Fishing Association ) certifichi le catture al responsabile della posada, che provvedera’ a comunicarlo alla associazione.A Marzo il tempo non mi assiste molto, continui cambiamenti, venti da Nord, piogge, mare a volte agitato.Prima di ogni uscita la guida mi chiedeva : cosa andiamo a cercare oggi? Eio gli dicevo : Palometa, (permit).
Ma i pochi avvistamenti mi hanno consentito tre opportunita’ di arrivare con lanci decenti a tiro, purtroppo sempre rifiutati. Ripiegamo sui bonefish , e devo dire con buoni risultati. Proviamo anche con i tarpon e gli snook nei canali di mangrovie , solo un attacco sbagliato da parte di un bello snook.L’ultimo giorno Tiziano decide di venire con me con una nuova guida, Jose’ , che a suo dire e’ in gambissima.Conosce bene tutte le flats bella baja, ma e’ un po’ matto….Partiamo al mattino con un mare agitato, onde che ti facevano rimbalzare sul sedile ,era come prendere in contianuazione calci nel sedere. A un certo punto sentiamo un “CRAK”… le prua dellla barca si spezza da un lato… Panico, ansia, paura, ecco ora finiamo in mare… Jose’ rideva e cercava di evitare le ondate piu’ grandi , e per fortuna entriamo nella baja dove il mare era piu’ calmo e con la barca malconcia facciamo dei giri per cercare di avvistare qualche pesce.
Nel frattempo Jose’ via radio aveva contattato la cooperativa che fonisce le barche e aveva chiesto un cambio . Effetuato il cambio di barca, mi porta in una baja nella laguna, e dopo un po mi indica una grossa razza che insegue con la pertica e mi dice : lancia! Lancia avanti la razza. Al primo lancio attacco un permit che parte come un missile. Purtoppo avevo allentato troppo la frizione e inevitabilmente la coda si aggroviglia sul mulinello con conseguente rottura del finale.Cambio canna e faccio un secondo lancio sulla razza, e questa volta ferro con violenza e sento la frizione che canta e la canna che si piega come mai. Finalmente ho preso un permit…. Ma dopo un combattimento di 25-30 minuti il pesce si avvicina , Jose’ lo affera e mi dice : no palometa ma Amber Jack. La mia gioia era alle stelle, e non mi importava di che specie era , per me era un pesce che mi aveva regalato una sensazione unica . Pesce stimato intorno ai 7- 8 kg .
La vacanza prosegue a Plaja del Carmen , bella localita’ turistica con tanti negozi , ristoranti e hotel (la Rimini della costa Maja …….
Ma il grande slam ?????
Alla prossima puntata
Tutto ha inizio dal condividere una vacanza al mare con mia moglie..
Premetto che il mare a me non piace.
Ma perche’ non cercare un posto dove si puo’ anche pescare? Ho trovato un luogo esotico , appena pubblicizzato dall’amico Tiziano Rizzotto , in Messico a Punta Allen,dove Tizano e Pascale hanno una posada a prezzi (pacchetto pesca con guida e soggiorno) molto interessanti.
Contatto Tiziano e si parte a Febbraio 2010 .
La mia esperienza di pesca in mare con la mosca artificiale e’ preticamente zero….. Naturalmente mi sono informato prima della partenza,( ma le le mie attrezzature e artificiali comprati , non risponderanno alle caratteristiche di quei luoghi.) Principiante…. inesperto ……., e incosapevole…… !!!
Arrivo a Cancun di sabato alle 18,00, a Punta Allen alle 23,00 passando per Tulum e facendo 40 km di strada sterrata con una infinita’ di buche e pozzanghere che farebbero stare in tensione anche un esperto di fuori strada.
La domenica ci godiamo il luogo che ha spiagge e mare indescrivibili.
Punta Allen e’ un piccolo paese di pescatori di aragoste e inoltre ha alcuni lodge di pesca conosciuti soprattutto dagli americani che vengono per la pesca dei Permit o palomete come li chiamano nel posto.
Tizano mi ha affidato ad una guida che mi portera’ nella Baya dell’Ascension a circa un’ora di barca da Punta Allen.
La guida inutile dirlo e’ molto importante in mare soprattutto in posti che non conosci, ti porta nelle flat nascoste, ti dice che mosca usare, ti sta affianco per ore , ti fa vedere pesci che tu non riusciresti a vedere neanche col binocolo, Carlos in questo era bravo e non avendo esperienza facevo tesoro dei suoi consigli.
La pesca in mare a vista e’ molto impegnativa, non hai punti di riferimento, il pesce non lo vedi, ti affidi alla guida che ti dice : pesce a ore 10,00 distanza 20 metri, il vento non manca mai , e calcolare il lancio e’ sempre un’impresa. Poi hai a che fare con pesci sospettosi e facilmente spaventabili, per cui hai a disposizione uno , o due lanci utili ,perche’.. Lui ..se ne va …
Tutto sommato e’ stata una bella vacanza ,esperienza, ci e’ piaciuta e il prossimo anno torniamo volentieri io con un po piu’ di preparazione e conoscenza, e cattiveria….. che in certi casi ci vuole.
Dimenticavo , ho preso solo bonefish, qualcuno anche sul kilo, partono come ferrari…..
Ho lanciato a una decina di permit ma senza attacchi ( colpa mia, per imprecisione causa vento , o per troppa precisione causa emozione o coda ingarbugliata …. o artificiale non gradito…)
bhe …!!! di scuse non ne ho piu’
Tarpon non ne abbiamo avvistati,
Ciao alla prossima. Ubaldo Angelini
Angler: Bruno Generali
Nick Pipam: Gix
Tecnica: Secca
Artificiale: Adams Parachute amo #16
Periodo: Agosto 2014
Attrezzatura: Canna Guideline 9 Piedi Coda #5 – coda DT Floating, finale conico da 15 piedi, tip#14
Pesce: Trota Fario
Non si può andare in Nuova Zelanda per due giorni, nè per tre o per una settimana. Se ci vai ci stai il tempo necessario per ubriacarti di natura, paesaggi dal silenzio assordante e trote, con puntini e senza puntini.
Angelo Piller e Antonio Napolitano ci trasportano in un viaggio nel tempo, dove il tempo non è mai passato e dove le trote non nascono dalle uova ma direttamente dai macigni che fiancheggiano i fiumi, come Dei pagani o giganti dell’acqua.
A New Zealand Trout Journey from HFChannel on Vimeo.
L’apertura!
Sebbene il pescatore incallito non vada mai in letargo, viste le numerose possibilità date dai vari laghi o laghetti sparsi per lo stivale, l’apertura alla trota risveglia quell’istinto legato a ciò che l’ uomo sente più suo: la voglia di libertà.Quella voglia che solo lo scorrere di un fiume può soddisfare. Se poi il tutto é condito da un contesto dominato prevalentemente, se non esclusivamente, dalla natura e riesci a condividerlo con gli amici allora si arriva alla simbiosi perfetta.Ed é cosí che, con il mio amico Antonio,
abbiamo optato di andare su un fiume ultimamente un po’ dimenticato, a pochi chilometri da Ascoli: il torrente Fluvione in località Bisignano. Sebbene sapevamo di andare incontro ad una giornata difficile dal punto di vista piscatorio, eravamo certi di evitare la calca che sicuramente avremmo incontrato in tratti più frequentati abitualmente nel giorno dell’apertura e ciò ci avrebbe consentito di apprezzare ancor di più l’ambiente circostante.Il torrente Fluvione che abbiamo deciso di battere è un tratto libero di categoria A e, come la maggior parte (se non la totalità) dei corsi d’acqua del Piceno, é frequentato da pescatori al tocco.
Come dicevo poc’anzi, e confermato da alcuni locali, il tratto in località Bisignano, é stato un po’ dimenticato e questo, invece che dissuaderci, ci ha persuaso ad andare.É così che, tra le non poche asperità che il luogo selvaggio presenta, riusciamo ad arrivare a contatto con l’acqua. Ci dividiamo subito le zone. Riesco subito a catturare un bel pesce. Bello non tanto nella misura, intorno ai 25 cm, ma nella livrea che certifica la caratteristica rustica del pinnuto visto che questa zona, di ripopolamenti, non ne ha avuti da un bel po’ di tempo.Passano pochi minuti che Antonio, dopo aver sondato una bella zona a valle senza successo, mi raggiunge e bagna la sua ninfa in una corrente con acqua profonda. Non appena la ninfa raggiunge il fondo, non fa in tempo a scorrere per un centimetro che la lenza si arresta. Ferrata e comincia il combattimento. Antonio riesce a far venire a galla la preda! Uno stupendo esemplare di fario sui 30 cm (forse più) che popola da molto tempo questo tratto .
Peccato che il tip, di dimensioni minime, e la corrente sostenuta fanno slamare il pesce con relativo nostro rammarico visto che eravamo già pronti ad immortalarla.Non ci facciamo sicuramente abbattere da questo e continuiamo il tortuoso cammino lungo il torrente Fluvione. Rocce bagnate da affrontare con molta attenzione e rovi pronti a lasciare il segno sui nostri waders, sono gli ostacoli più duri da superare.Arriviamo in una lama dove Antonio prova, con uno strike, a sondarla agganciando un altro esemplare anch’esso rustico come gli altri finora allamati.Successivamente a questa cattura abbiamo qualche altro attacco ma senza avere la sensazione di sentire realmente in canna il pesce fino a quando Antonio, vedendo un pesce in attività frenetica, prova a prenderlo a vista. Innesca una pheasant tail con bead rosa e, appena questa passa a trenta centimetri dall’obiettivo, questo effettua uno scatto repentino e la fa sua. Cattura, foto e rilascio susseguono al breve combattimento.
Proseguiamo e di lì a poco ci troviamo davanti una corrente piuttosto profonda e invitante. Non ci penso due volte e innesco una ninfa chiara con bead “evidente”. Prima passata a vuoto. Seconda passata, faccio scendere un po’ più la ninfa ed il gioco é fatto. La lenza si arresta, ferro con decisione e sento subito che stavolta la taglia e un po’ più generosa. Riesco a tenerla a bada il tempo necessario per portarla al guadino et voilà. Bellissimo pesce anche questo che mi affranca degli sforzi fatti fino a quel momento.La giornata giunge al termine, risaliamo dal fiume, non senza difficoltà visti i numerosi rovi lungo il cammino.Non ci resta che rifocillarci presso un accogliente locale nelle vicinanze e godere degli ultimi attimi di una giornata in piena libertà.
A presto
Remo Blasi
Uno dei più bei viaggi di pesca , sia dal punto di vista delle catture che per la bellezza della natura e della vacanza stessa è stato quello fatto nella Lapponia svedese, al campo di Tjuonajokk. Dopo essere arrivati a Kiruna, la città dove in inverno costruiscono l’albergo completamente di ghiaccio, con un elicottero si arriva al campo.
L’arrivo non fu dei migliori, perchè arrivati al campo venimmo chiamati a dare soccorso ad un pescatore che colto da malore quando arrivammo noi già era morto di infarto. Io , Aldo ed Antonio rimanemmo per un po’ scossi pensando al fatto che in un posto così sperduto se succede qualcosa sono dolori.
Gli alloggi fatti in legno sono situati sulle rive di un lago e da qui con delle barche si parte per raggiungere i luoghi dove ci sono le rapide che costituiscono l’habitat ideale per temoli, trote e salmerini.
Il tempo varia velocemente e può succedere che da vento freddo e nevischio se si libera il cielo dalle nuvole si può pescare in maniche corte.
Si pesca sia a ninfa che a secca, ma la cosa alla quale bisogna prestare la massima attenzione è il dragaggio. I temoli artici possono sembrare anzi lo sono, agressivi; ma se una secca non galleggia perfettamente o una ninfa presa dalla corrente viaggia in maniera anomala ti puoi scordare le abboccate. in questo è stato di aiuto lo strike indicator , la guida non sapeva cosa fosse, ma alla fine della vacanza era già uno specialista in questo tipo di pesca.
A cura di Sandro Spuria