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Fly Fishing Climbing 1ª Parte

a cura di Beniamino Costantini

flyclimb8Dal desiderio di scoprire sempre meglio il fiume che attraversa il nostro territorio; abbiamo deciso di organizzare un’uscita di pesca in un luogo poco frequentato del tratto libero del Tronto.flyclimb

Il tratto in questione è di categoria B, ed è poco frequentato poiché l’accesso al fiume è molto scomodo e soprattutto le sponde così come l’aveo fluviale sono veramente poco accessibili.

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Così in una calda domenica mattina io ed Antonio, siamo partiti all’avventura, dedicando un’intera giornata al fiume.Arrivati sul posto siamo rimasti subito colpiti dal paesaggio, molto simile a quello di un torrentone alpino, disseminato di rocce e giganteschi massi, che ostacolavano il passaggio.flyclimb4

Affrontare questo tratto di fiume è stata veramente una cosa ardua, non solo per l’azione di pesca ma anche e soprattutto nel risalire il corso d’acqua.IMG_0524

Improvvisati scalatori, abbiamo sondato ogni buca e correntina che via via ci si presentava, riuscendo a catturare stupendi pesci su degli scorci paesaggistici da togliere il fiato.IMG_0526

Molti pesci ferrati sono stati veramente difficili poi da guadinare, ne ricordo uno dove, oltre alla consueta collaborazione tra pescatori, Antonio si è dovuto improvvisare equilibrista per raggiungere l’acqua e per poi prendere il pesce.flyclimb3

Prevalentemente in tutti i tre chilometri di tratto che abbiamo battuto, abbiamo pescato a ninfa, lasciando la secca sono a quelle poche occasioni, dove vedevamo il pesce bollare.

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Passata tutta la mattinata e buona parte del pomeriggio su questo tratto, ormai stremati dal continuo arrampicarsi, abbiamo deciso di  di fermarci un attimo per riprendere fiato , bere e mangiare 🙂

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….. continua 🙂

“IL TRONTO”

tronto23“Truentum”, così lo chiamò Plinio il Vecchio; era ed è tutt’oggi uno dei più importanti fiumi dell’Italia centrale del versante Adriatico non solo da un punto di vista alieutico, ma anche paesagistico e idrografico. Ci piace pensare di poter fare in maniera del tutto fantasiosa, un viaggio percorrendolo dalle sorgenti (monti della Laga) sino al mare (Martinsicuro). Sgorga dal Monte Laghetta del comprensorio del Parco dei Monti della Laga da dove partiamo di buon mattino e già prima di ricevere il Trontino, sarebbe il caso di fermarsi per una sosta culinaria: ci troviamo in corrispondenza della piana di Amatrice e due bucatini all’amatriciana sarebbero d’obbligo. Ma proseguiamo, ci attendono ancora oltre 100 Km di viaggio e non possiamo perdere troppo tempo!Schermata 2014-05-24 alle 23.57.21

Dopo pochi chilometri ecco il Rio Scandarello sulla nostra sinistra, riale emissario del bellissimo lago a cui da il nome e nelle cui acque nuotano grossi lucci e ciprinidi di varia natura. E’ in questo punto che il Tronto, ormai fiume, comincia a serpeggiare giocando con la vecchia consolare Salaria dove si possono ancora ammirare vecchie pietre miliari lasciate dai Romani.
Qui respiriamo veramente un’aria d’altri tempi, storia, natura, due parchi (Sibillini e Laga) a fare da cornice, affluenti incontaminati come il Nea ed il Saletta insomma verrebbe voglia di gettare l’ancora e rimanere per ore a respirare quest’aria perdendo la percezione del tempo. La curiosità di andare avanti ha però il sopravvento. Pochi chilometri e ci imbattiamo nei primi PAM del No Kill di Rieti (siamo nel Lazio). Siamo in località Libertino entrata nella leggenda per la famosa trattoria ormai dismessa da Orlando, un tempo tappa obbligata per il trotaiolo della domenica. Proseguiamo velocemente per non disturbare i numerosi pescatori presenti fino a Grisciano, ultimo paese del Lazio che segna il confine della riserva No Kill della Provincia di Rieti nonché patria della “Gricia” una sorta di amatriciana bianca. Si entra nelle Marche. La Provincia è quella di Ascoli Piceno. Non passa inosservato subito dopo il confine, il torrente Chiarino. Affascinante quanto difficile da un punto di vista piscatorio, è uno tra i più belli affluenti del fiume Tronto. Ci piacerebbe fermarci per poterlo sondare, ma non disponiamo di almeno una quarantina di minuti di cammino per poterlo risalire (possibile solo con il cavallo di S.Francesco!) e quindi proseguiamo con sommo rammarico. trottScendiamo velocemente accompagnati dal rumore dell’acqua che qui si fa abbondante; raschi, correntine e qualche buca caratterizzano la morfologia del fiume che rimane a vocazione salmonicola. Agevole, comodo invitante, il Tronto qui è meta preferita dalla maggior parte dei pescatori locali. Attenzione, senza quasi neanche accorgercene stavamo per urtare un gruppo di cinghiali giunto al fiume per abbeverasri. Non è assolutamente cosa rara! Continuiamo la nostra corsa, Vezzano, Trisungo, Favalanciata e Quintodecimo; qui il fiume si incassa tra due contrafforti di tufo e raggiungerlo così come pescarci diventa molto più impegnativo, ma il detto “per aspera ad astra” assume quantomai veridicità. Non è infatti raro imbattersi, pescando in una delle numerosissime grosse buche, in trote oltre il kg di peso, pesci dalla livrea mozzafiato. Eccoci ad Acquasanta Terme e qui dopo aver ricevuto le acque delle numerose sorgenti sulfuree e dello splendido ed incontaminato torrente Garrafo, il fiume diventa a vocazione ciprinicola. Per nulla antropizzato e con le acque ancora ragionevolmente pure, il Tronto offre, in questo tratto, numerose possibilità di pesca e divertimento fino ad arrivare alla città di Ascoli, sita a circa 20 km più a valle. Eccoci, scorgiamo da lontano il Ponte romano di Borgo Solestà inizio dell’ARS Tronto oltre naturalmente le numerose torri che caratterizzano il centro storico (Ascoli città delle Cento Torri). L’acqua torna improvvisamente fredda, non è un miracolo del Patrono S.Emidio, ma è la centrale Enel che si libera dell’acqua imprigionata a monte. Il fiume torna ad essere habitat ideale per i salmonidi. oggitronto2E tant’è. Sette chilometri di riserva, praticamente quasi tutto il centro abitato della città, adibiti a No Kill per pesca a mosca e spinning. Grosse sagome di fario ed iridee solcano le acque brulicanti di insetti. La sera, specie nei mesi caldi, qui c’è sicuramente da divertirsi.
Attraversata l’ARS Tronto e quindi la città di Ascoli Piceno ci accingiamo ad affrontare gli ultimi 20/25 km del nostro viaggio. Il fiume si allarga, a tratti si addormenta in lame e buche per poi risvegliarsi improvvisamente con qualche rapida corrente, ma ormai siamo nel fondovalle e la morfologia è quella tipica del piano. sentina carpe, cavedani, barbi e qualche rara trota (neanche troppo rara) proveniente dalla riserva a monte, popolano queste acque, un tempo, quando il gasolio costava qualcosina meno dell’oro, meta preferita di pescatori provenienti da fuori regione, soprattutto bolognesi, che qui trascorrevano interi week end di pesca intensiva.Eccoci, ci siamo, la riserva naturale Sentina con la sua miriade di uccelli migratori e stanziali, ci segnala che l’acqua salata è ormai vicino. Scorgiamo anche i primi ombrelloni e qualche sdraio e in tutta sincerità la voglia di andare a sbirciare qualche bikini estremo è fortissima; ma attenti, concentrazione, il nostro viaggio non è ancora finito, siamo ormai alla foce del Tronto e due lanci con un grosso streamer o imitazione di gamberetto potrebbero stimolare qualche leccia o spigola che qui si aggirano a caccia di cefali. foto 4Bene ormeggiamo il nostro canotto ideale, scendiamo e cominciamo subito a pianificare qualche uscita reale, dovunque essa sia, sul nostro bellissimo fiume, ne vale veramente la pena!

Grazie Tronto, Marco Travaglini

 

 

Francesco Palù

A cura di Sandro Spuria

SANDRO PESCA 010 Foto di gruppo con Palù e tanti giovani pescatori a mosca (ora vecchiotti) che forse stenteranno a riconoscersi. Francesco è un personaggio particolare che merita di essere considerato fra le persone che hanno dato qualcosa di importante alla pesca a mosca , non soltanto in Italia.

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In seguito al suo arrivo ad Ascoli ci coinvolse a partecipare ad un suo corso di pesca sul fiume Gacka,  che ci diede l’opportunità di conoscere un  altro grande Milan Stefanac , il leggendario guardia pesca e prima grandissimo bracconiere (purtroppo per necessità), poi altrettanto grande pescatore.

SANDRO PESCA 009Le foto sono state fatte nell’albergo sul fiume che ora, in seguito alla guerra che ha diviso la Jugoslavia ,  non esiste più. Con noi c’era anche l’allora direttore.Il fiume ha comunque aiutato la gente della valle a superare momenti terribili, sia nella seconda guerra mondiale che in seguito alla sconvolgente guerra civile che ha diviso il paese.SANDRO PESCA 003

Ciao a tutti, Sandro Spuria

 

SIM FLY FESTIVAL 2014

a cura di Walter Luzi

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foto 3Anche quest’anno la Sim Scuola Italiana di Pesca a Mosca ha organizzato un festival veramente al di sopra delle aspettative a Castel di Sangro , come sempre il tutto al Convento Della Maddalena antistante al quale scorre il fiume Sangro .foto 1foto 21foto 43foto 332foto 333
Costruttori da tutto il mondo 21 in tutto di cui 11 stranieri dall’olanda , regno unito , spagna , norvegia .
Costruttori di canne in bamboo dell’Ibra , antiche attrezzature , venditori di materiale da pesca .foto 111
Mini corsi di costruzione artificiali e mini corsi di lancio e’ stata  allestita anche una vasca di lancio , nella quale tra i tanti lanciatori Mauro Borselli ha avuto modo di far vedere l’ azione di alcuni dei suoi artificiali , in particolare una rana finta che  dall’ erba entrava nella vasca e questo ha richiamato l’attenzione di diverse persone .foto 3733
Molti gli appassionati attirati dai costruttori Italiani e stranieri e anche sul fiume si sono cimentati nel lancio istruttori e non .
Naturalmente il Fly Fisherman Club non poteva mancare
e  alcuni componenti dell’FFC sono stati presenti al Fly Festival .foto 341

Naturalmente l’appuntamento è per la prossima edizione !

A presto, Walter Luzi

Quando il sogno diventa realta’ (4a Puntata)

Siamo nel 2004, io e Sandro ormai malati di Russia e di salmoni prepariamo il viaggio sempre nel mese di Giugno (che e’ quello della risalita estiva), questa volta su un affluente basso del Varzuga, il Kitza del quale Sasha ci aveva parlato molto bene.il Kitza foto1

Ci organizziamo come in passato per arrivare al paese Varzuga.Questa volta ci accompagna solo Sasha poiche’ Alexiej e’ impegnato con il dottorato e sta presentando una tesi sul salmone atlantico .

al campo foto 2

I preparativi per il volo in elicottero come al solito, e il giorno 7/6/2004 atterriamo a monte del Kitza .

Ci rendiamo subito conto che le condizioni non sono le migliori, livelli alti per le recenti pioggie, fiume ,un correntone unico, e non e’ possibile neanche entrare in acqua. Facciamo comunque qualche tentativo , ma non e’ sicuramente un fiume da pescare con la mosca almeno nella parte alta.cattura varzuga Aldo foto 5

 Facciamo  il campo e preparariamo il phontom . Il giorno dopo decidiamo di ridiscendere fino alla confluenza con il Varzuge dove avremo fatto un’altra tappa (ci attendono quasi 20 km di percorso) Durante il viaggio attraversiamo un lago e dopo vari tentativi riusciamo a trovare l’uscita. Arriviamo alla confluenza al mattino, dopo aver viaggiato anche la notte il 9/6/2004 . Siamo ospiti di un distaccamento militare di guardie forestali , devo dire molto disponibili. I contatti con l’elicottero non sono dei migliori, non ci resta che attendere. il viaggio continua foto 9

Di fronte al campo c’e’ il paese di Kuzomen, e vediamo il grande estuario fra il Varzuga e il Kitza. Essere fra due fiumi, in piena risalita di salmoni, e non poter pescare poiche’ non avevano il permesso, e’ stato un po frustrante. Ma aspettiamo speranzosi quel benedetto elicottero che arriva il giorno 11/6/2004. Morale persi 4 giorni di pesca .

varzuga Sandro foto 3Si parte finalmente per il Varzuga, tappa  Japoma  camp dove rimaniamo per due giorni catturando diversi salmoni ,poi nuovo campo in Arengaa place dove rimaniamo fino al 15/6/2004 con diverse catture e molti persi. ( la delusione iniziale era quasi sparita )

cattura Varzuga foto 4Smontiamo il campo poiche’ l’elicottero ci verra’ a prendere al mattino dopo ore 9,00. Per sicurezza tramite il satellitare Sasha chiama per conferma ,ma con scuse e preoccupazione ci dice che il veivolo non e’ disponibile poiche’ impegnato ad accompagnare alte rappresentanze politiche. A quel punto Sandro prende la decisione piu’ giusta per rispettare i nostri tempi del ritorno. Rimontiamo il phontom, carichiamo il tutto e partiamo verso il paese Varzuga via fiume alle ore 2.00 .pausa Sandro foto 7

Il viaggio piu’ sofferto che abbia fatto… il freddo , l’ansia, i tratti di fiume dove Sasha ci rimorchiava col suo motore , 28 Km di fiume che non dimentichero’.

forse un addio foto 8La vacanza si conclude a Varzuga alle ore 7.00. Poi il ritorno come al solito.Nonostante il flop dell”anno precedente rimaniamo in contatto con i nostri amici , ma da subito ci fanno capire che quel tipo di organizzazione non sara’ piu’ possibile poiche’ il grande capo Kollushjon ha avuto un incidente mortale e l’area Varzuga e’ affidata a rappresentanti governativi .Varzuga foto 6

L’opportunita’ di aver potuto pescare per anni  a costi contenuti in fiumi favolosi e’ sicuramente una esperienza indescrivibile.Tutte le belle storie hanno fine …. rimane un indelebile ricordo , di amici, di posti , di fiumi , di salmoni , di profumi …

di quando un sogno diventa realta’.

Ciao ,Ubaldo Angelini

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QUANDO IL SOGNO DIVENTA REALTA’ (3a PUNTATA)

foto 1Ormai la penisola di Kola ci ha conquistato,  soprattutto per i suoi fiumi ricchi di salmoni atlantici….Nel giugno 2002 , siamo io e Sandro a pesca sul Varzuga, (gli altri amici per motivi vari non possono partecipare).foto 2

I rapporti instaurati con Alexiej e Sasha e il consenso dell’ispettore capo Kollushion, ci consentono  ancora di far parte della spedizione scientifica, aggirando i costosi campi sia Americani che Russi.Stabilito un altro contatto   in questo anno, cambiamo itinerario.

foto 3Si arriva in aereo  da Roma a San Pietroburgo, poi con il treno ,attraverso la Karelia, dopo 24 ore,si arriva a Kandalaska.(viaggio lungo ma confortevole con cuccetta e vagone ristorante) Qui ci aspetta Sasha con un fuoristrada ma ci attendono ancora quasi 200 km per giungere al villaggio con meta’ percorso su asfalto, il resto in sterrato. Durante il viaggio ci fermiamo sul mitico Umba, solo per una pausa,e finalmente arriviamo stanchi morti a Varzuga .Il giorno seguente iniziano i preparativi per la spedizione. Per fortuna il Phontom e’ stato conservato bene insieme ai due galleggianti, e il resto della attrezzatura(tende, materassini e altro ).foto 4

Un elicottero carica il tutto e ci porta su un affluente del Varzuga, lo Iusja, qui ci lascia  vicino ad un capanno dove facciamo campo.

Il giorno dopo montiamo il phontom e tutto il resto e ci apprestiamo alla discesa .
foto 6 livelli sono bassi, e i salmoni ancora non sono arrivati per cui viaggiando fra non poche difficoltà’ (a volte trascinando il phontom su un palmo d’acqua), ci fermiamo penso all’una di notte in un campo in allestimento (c’erano solo tende e gli ospiti erano finlandesi), dove ci rifocilliamo insieme al responsabile che ci offre vodka e salumi vari.foto 5

Si riparte e dopo qualche pescata in spot interessanti e redditizi,  finalmente arriviamo sul Varzuga.Il secondo campo lo facciamo a valle della confluenza con il Pana, dove peschiamo diversi salmoni. Dopo due giorni si riparte per un altro campo vicino a un piccolo affluente il Kriviez, e anche qui salmoni freschi di risalita (3-5 kg).Prossimo campo e’ presso il torrente Arenga. (percorsi in tutto quasi 72 Km via fiume )foto 7

Uno spot bellissimo che ci regala anche diversi salmoni a secca con la mitica Bomber fly.Il viaggio finisce con l’elicottero che ci riporta a Varzuga da dove riaffronteremo a ritroso il ritorno a San Pietroburgo e poi a Roma.foto 8

L’anno successivo nel 2003 ,sempre nel mese di Giugno,  ripetiamo lo stesso itinerario, facendo solo tre campi  ,ma i risultati sono sempre ottimi . Facendo due conti abbiamo catturato in due un centinaio di salmoni piu’ altri persi, fantastico….

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e a presto per l’ultima puntata , la piu’ sofferta, e scoprirete il perche’…..ciao

Ubaldo Angelini

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QUANDO IL SOGNO DIVENTA REALTA’ (2A PUNTATA)

I racconti della  1a avventura , i contatti e le amicizie instaurate , ci hanno gasati a mille, per cui ci prepariamo ad  un nuovo viaggio per il 2001 e questa volta non lasciamo niente al caso.

foto Ponoj031Preparazione quasi paramilitare, (progettazione e realizzazione di un phontom da tre posti piu’ uno da due da sistemare, tende, materassini,sacchi a pelo, telefono satellitare, borse impermeabili ) e quant’altro ci viene in mente per affrontare la discesa di un affluente del grande fiume Ponoj.Siamo Io, Sandro, Daniele, Gianni, Antonio, piu’ le guide(ricercatori) Alexjej e Sasha e un ragazzo finlandese laureando in biologia.foto Ponoj032

Portare i due Phontom  non e’ stato facile, non solo per il peso che ci hanno fatto pagare , ma per la preoccupazione che non arrivassero a destinazione compromettendo la spedizione.La fortuna e i dollari ci assistono, e arriviamo a Mosca , ora bisogna arrivare  a Murmansk con tutti i bagagli. E’ fatta all’arrivo ci aspetta Sasha con un camion sul quale carichiamo il tutto.Il mattino seguente trasferimento in un altro piccolo aereoporto dove arrivera’ un elicottero per portarci a destinazione.I tempi russi sono molto approssimativi, per cui aspettiamo mezza giornata ma  finalmente arriva .

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E’ un bestione della guerra in Afgahjstan , ci carichiamo tutta la camionata di attrezzature e viveri e si parte con qualche difficolta’ ad alzarsi in volo. Il viaggio non e’ lungo, ma ci fa vedere una natura e dei panorami insoliti, ( Tundra , renne , fiumi e  torrenti immersi in un territorio immenso).L’arrivo a destinazione  e’ quasi traumatico,( presto scaricare bagagli, fare mucchio sotto elicottero, stare sopra al mucchio, ) l’elicottero senza spegnere il motore riparte e noi sotto a tenere i bagagli stesi come sardine … che fifa……foto Ponoj034

Ora siamo soli, abbandonati in un posto nella tundra ,vicino a un  affluente del Ponoj .Per fortuna che abbiamo un rifugio , una capanna in legno con tavolacci per dormire , e un grill fuori dove Sasha ci prepara spiedini favolosi e frittelle.Il mattino seguente e’ pieno di preparativi, (montare i Phontom,  l’attrezzatura da pesca, pronti per ridiscendere l’ affluente per 50 km ). Durante il percorso si pesca ma con scarsi risultati, ogni tanto ci si ferma per un caffe’ e uno spuntino.foto Ponoj035

Io e Daniele rimaniamo indietro, e ci accorgiamo di aver forato un gelleggiante. Richiamamo con qualche difficolta’ il gruppo e aggiustiamo alla meno peggio la foratura. Si riparte e dopo qualche ora eccoci alla confluenza con il Ponoj.Il fiume fa quasi paura tanto e’ largo e con acqua color caffe’,lo attraversiamo con ansia e timore, soprattutto per la precaria riparazione della foratura, e con un po di fortuna e qualche santo che ci protegge arriviamo a riva dove facciamo campo.foto Ponoj036

Sasha parte con la motosega  a procurare legna e accende subito un gran fuoco, nel frattempo piove, e ci ripariamo sotto un telone per tentare di riparare la foratura, ma e’ troppo freddo e umido perche l’adesivo funzioni , ma una pezza piu’ consistente sembra reggere bene.La parte alta del Ponoj non ha molti spot pescabili a mosca, e’ molto largo e si entra in acqua in pochi punti.foto Ponoj037

Dove riusciamo si prova con la due mani e qualche salmone viene tirato a riva.Dopo alcuni accampamenti il viaggio volge al termine con un po di delusione , in compenso abbiamo rafforzato l’amicizia e appreso nuove informazioni.Arriviamo al campo dei Russi dove pernottiamo e il giorno seguente un elicottero ci riportera’ a Murmansk.foto Ponoj038

Convinti ritornare l’anno seguente ,lasciamo in loco il phontom da tre, le tende e quant’altro ci potra’ servire per la prossima volta.Il racconto non e’ finito qui, ora viene il bello, e ve lo riassumero’ nella 3a puntata 🙂

Ciao , Ubaldo Angelini

Quando il sogno diventa realta’ (1a Puntata)

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Grazie all’impegno di Antonio Ercole e Daniele Bolelli (sempre con le orecchie dritte per nuove mete), si riesce  quasi per caso a contattare un Biologo in Russia e, guarda la fortuna , si occupa di fare rilievi per l’Universita’ di Petrozavoskj  sul  fiume Varzuga, e dice che e’ possibile invitarci  a titolo scientifico, per  partecipare alla sua spedizione di ricerca.Siamo nel 2000, Io purtroppo per motivi di famiglia non posso accompagnarli nella nuova destinazione, ma Daniele , Sandro , Gianni e Antonio ,partono in Agosto  per una prima avventura sulla penisola di Kola.

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Affrontano il viaggio un po’ all’avventura, (i bagagli arrivano parzialmente, i tempi si stringono,) ma alla fine riescono ad arrivare  a Murmask . Dopo un viaggio  indescrivibile , tra boschi e guadi estremi con un mezzo al limite , eccoli sul fiume . E qui tutto scompare, il sonno , la stanchezza,  l’ansia e la fame….

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Il fiume Varzuga, e’ uno dei piu’ belli e pescosi della Penisola di Kola .  Pescare a scendere con il gommone,penso sia una esperienza unica. Fermarsi nelle pool migliori, fare il campo nella foresta, pensare solo alla pesca mentre le guide Alexej e Sasha preparano spiedini e altre cibarie da consumare intorno ad un immenso falo’ …e’ un sogno che si avvera.v026

I giorni passano in fretta ,tra spostamenti e nuovi campi,la pesca e’ buona con salmoni  intorno ai 3-5 Kg, si pensa gia’ al prossimo anno , ma con qualche idea ed esperienza in più’. Per questo tipo di avventura e’ indispensabile un appoggio locale, una guida che conosca bene il fiume e sappia risolvere le situazioni più strane che possono capitare (Orsi, Lupi, Bracconieri, e quant’altro…) poiche’ la strada piu’ vicina al fiume e’ a 200 km………..

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Si, si e’ soli, soli , soli…. Ma con tanti salmoni !!!!!! in una natura immensa e indescrivibile  con amici che tra una wodka e l’altra sparano le cavolate piu’ assurde…..da crepare dal ridere..

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Spero che le foto fornite da Sandro rendano l’idea della avventura. Saluti Ubaldo Angelini

Ps: ma non e’ finita qui…… il seguito alla 2a Puntata.

LA SEDGE IN ZONA CESARINI

IMG_8524Mi è  capitato  spesso di trascorrere intere giornate di pesca , affrontando il fiume con diverse tecniche che mi hanno permesso, adattandomi alle diverse situazioni , di effettuare discrete catture cambiando l’assetto  del mio finale esattamente come cambiava il modo di alimentarsi dei pesci, dunque tornare a casa  soddisfatto e appagato . Eppure quando a fine giornata,  arrivava il momento di effettuare l’ultimo lancio riponevo in esso la speranza di beccare l’esemplare di taglia o il pesce più bello della buca, quasi come l’occasione del gol-partita a tempo scaduto ! altre volte invece lo utilizzavo solo per tirare fuori tutta la coda per poi riporla in maniera ordinata nel mulinello 🙁

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Bene, vi racconto quello che è successo durante una giornata di pesca in un tratto appenninico del fiume Tronto  in compagnia del mio amico Remo.

Siamo nel periodo estivo per cui vista la conformazione del fiume e le alte temperature decidiamo di pescare in caccia risalendo il torrente pescando alternati  per evitare di spaventare i pesci smaliziati durante gli spostamenti.

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Nei momenti di attività peschiamo utilizzando delle Adams Irristestible ( mosca preferita di Remo) e Attila killer o Royal Wulff  alternando il tutto ad una pesca a ninfa light , in fase di switch non cambiamo il finale  ma semplicemente accorciamo o allunghiamo il tip in base all’esigenza per essere pratici ed immediati.remomem18

Nei momenti in cui i pesci erano fermi , abbiamo avuto la massima resa utilizzando una micro ninfa tipo pheasant tail su amo del 16-18 con spot rosso ,  montata con un piccolo strike indicator in foam .In questo modo abbiamo ottenuto diverse catture con diversi modi di pescare a mosca arrivando così alla sera .tronto_alto

A quel punto potevamo ritenerci soddisfatti ma nella mia testa sarei tornato indietro volentieri di 50 mt per giocarmi un ultima carta in uno spot dove poco prima avevamo pescato troppo velocemente  e forse anche male . in prima battuta vista la stanchezza e comunque la buona giornata di pesca potevamo anche accontentarci e quindi iniziammo a percorrere il sentiero che ci avrebbe portato alla macchina ma si sa basta uno sguardo per capire se ti trovi con un pescatore come tanti o con un ossessionato come te e pochi secondi dopo siamo di nuovo diretti sul fiume con la luce del sole che diminuisce e preannuncia in nostro coup de soir.IMG_7843

Arriviamo e notiamo subito che le trotine che c’erano prima erano sparite  nonostante gli insetti e le buone condizioni , Remo inizia ad effettuare alcuni lanci  precisi  sotto sponda  e viene premiato con un paio di belle fario rustiche e ben pinnate, mi cede poi il posto indicandomi l’inizio della buca  dove gli era sembrato di vedere una bollata di un pesce interessante.foto

Avevo un tip del #12 e lo sostituisco con uno del #16 montando una sedge su amo del 14, volteggio cercando di effettuare una sola posa piuttosto precisa, decido di stendere il finale e chiudere il lancio con la canna alta, in questo modo ho potuto creare un onda con il vettino dall’alto in basso provocando “la classica pattinata” della sedge che cade in  acqua proprio in  prossimità del punto indicatomi da Remo, vedo la scia creata della mia mosca e una gobba pinnuta che  mi toglie il fiato …… ferrata , canna piegata e recupero !Remo mi aiuta a guadinarla  e mi da il 5 🙂

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Un pesce che definirei perfetto per molti motivi, perfetto per la bellezza, per la taglia, per il punto e la difficoltà di cattura, perfetto per il contesto.

A presto, Antonio

PESCAVVENTURA FLY TOUR 2

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Oggi parliamo di Pescavventura Fly Tour 2 , La serie  in onda su Sky canale 236 a cura di Alberto Salvini e Marica Cicoria , interamente dedicata alla costruzione di mosche artificiali .waltersky2

Questa per noi è una puntata speciale perché vedremo al morsetto il nostro amico e membro del Fly Fisheman Club , Walter luzi.In questa puntata Walter si cimenterà nella realizzazione della mosca che più di tutte lui stesso  definisce un vero e proprio biglietto da visita, la “Epeorus Paraxial” ,una mosca da caccia per acque veloci , ottima per trote e cavedani, una “mosca da Pesca“.

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Ringraziamo Alberto Salvini e Marica Cicoria ai quali facciamo i complimenti per la qualità dell’intrattenimento che offrono da sempre  agli abbonati  condividendo in pieno la passione per la pesca a mosca e il rispetto per la natura.

Dunque non perdete la puntata n°7 in onda in questi giorni su SkY canale 236.

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