Testo e Foto di Ubaldo Angelini
Era il1998 quando l’amico Pietro Garbolino mi propose questo viaggio di pesca .
Piero era sempre alla ricerca di nuovi itinerari e su internet trovo’ un articolo che descriveva la Lapponia Svedese ,in particolare il campo di pesca di Tjunajokk come uno dei migliori al mondo per la pesca del temolo artico ,trote di lago e lucci .Presi i contatti con il manager del campo ,il sig. Palle Anderson, prenotammo per una settimana fra Luglio e Agosto.
Il campo si trova sul fiume Kaitum che fa parte del bacino fluviale del Kalix che sfocia nel mar Baltico , ed e’ a 120 km sopra il Circolo Polare Artico , raggiungibile da Kiruna con 30 minuti di elicottero.
La localita’ e’ selvaggia, priva di insediamenti umani, ed e’ tutelata essendo dichiarata Parco Naturale.
Il campo e’ costituito da diverse capanne in legno dotate di impianto di riscaldamento a gas ed elettrico con pannelli solari, in piu’ una cucina , poi i servizi, il ristorante e la reception con un piccolo negozio che ha un po di tutto.
Il fiume mi apparve subito grandissimo , difficile da pescare in wading sia per la corrente , ma soprattutto per il fondo costituito da grosse rocce spaccate dal gelo invernale.
Iniziai pescando a ninfa usando dei jig dorati sul 16-18 che mi aveva insegnato l’amico Esildo, e devo dire che i risultati non tardarono a venire. Quasi ogni lancio era un bel temolo , con pezzature sopra ai 40 cm ,e qualcuno anche intorno ai 50. Che pesce stupendo, con la sua grande pinna dorsale si mostrava in tutta la sua eleganza e potenza in salti mozzafiato, e a fine giornata, alternando anche con la secca nei momenti di attivita’, le catture erano veramente tante .
La cosa che ti colpisce di piu’ in questi posti ,nel periodo estivo ,e’ la completa mancanza del buio , e’ sempre giorno e succedeva spesso che quando noi tornavamo al campo dopo una giornata di pesca , alcuni partivano con il sole di mezzanotte per le loro battute.Mi piacque talmente che l’anno dopo tornai insieme agli amici Sandro e Antonio Ercole nel mese di Agosto. I livelli erano piu’ bassi e per la pesca e’ il periodo migliore, l’unico inconveniente e’ che ci sono piu’ zanzare, ma un po’ bisogna soffrire …..
E’ stata sicuramente una bella esperienza insieme a simpatici amici in un posto da favola, ciao . Al prossimo racconto
Ubaldo Angelini
A cura di Beniamino Costantini
Alle prime luci della mattina ero già a casa di Walter, pronto per partire alla volta di Borgo Cerreto.
Walter era già sveglio da tempo, e freneticamente stava terminando gli ultimi preparativi …..
Stava scegliendo gli artificiali da portare ?
Stava forse controllando la sua attrezzatura ?
Era forse come pensate tutti al morsetto, per l’ultimo micidiale dressing da portare?
No Walter era alla friggitrice, e stava finendo di cuocere le ultime Olive all’Ascolana da portare con noi.
Alla mia esclamazione: “Caspita Walter, cosa stai facendo, partiamo che si sta facendo tardi !!”, la risposta è stata un secco: “Calmati, queste devono essere ancora calde quando le mangiamo; quindi devono essere cotte ora.”, e naturalmente aveva ragione.
Arrivati a Borgo Cerreto ci siamo incontrati con il resto degli amici: Piero Scortechini (Cormorano) istruttore SIM e Ian Mitchell (Koala) Australiano in vacanza in Italia .
Come suggerito da Piero, prima di entrare in pesca, ci mancava una cosa fondamentale, una cosa che avrebbe fatto la differenza sul fiume ….. Il famosissimo panino con prosciutto di cinghiale e olio di oliva; e devo dire che anche lui aveva ragione.
Fatto il permesso ci siamo recati nel “Settore B”, dove è iniziato il divertimento.
Ian ci ha mostrato delle imitazioni che solitamente utilizza in Australia dove vive, e che voleva provare ad utilizzare anche qui.
Walter ha risposto con il suo dressing preferito “Lo sparpaglione”
Ed il risultato non poteva essere che una serie di catture fantastiche.
Tra una cattura e l’altra, Piero Scortechini (Cormorano) istruttore di lancio SIM, ci ha dimostrato una serie di lanci tecnici, provando anche le nostre canne, e rimanendo stupito da quella di Walter, una “Rosorani”.
Arrivati ormai all’ora di pranzo, abbiamo mangiato sul fiume, e non vi dico quello che è stato …..
Olive all’ascolana, Panino con prosciutto di cinghiale, il tutto annaffiato da buon vino e dalla famosa “Spuma Paoletti” prodotta in Ascoli Piceno, che si sposava benissimo con le olive.
Certo ripartire è stato molto difficile ….
Ma non è detto poi che: “chi dorme non piglia pesci”, perchè è bastato un solo lancio, con l’artificiale giusto ….
a dare questo risultato:
Una bellissima Fario, la più grossa della giornata.
Spronati ormai dalla cattura di Walter, ci siamo rimessi tutti in pesca, risalendo il fiume, e provando con delle mosche da caccia.
Il pomeriggio è stato meno fruttuoso rispetto alla mattina, ma anche qui sono usciti bei pesci che hanno accontentato tutti. Ormai arrivati al tramonto, tanto si era fatto buio che abbiamo avuto anche problemi nel ritornare alla macchina; salvati dall’unica torcia che mi ero portato, ci siamo messi sulla strada di casa.
Cosa dire è stata una giornata bellissima, passata con ottimi amici, all’insegna del buon mangiare, del divertimento e soprattutto esercitando la nostra più grande passione, “LA PESCA”.
Non posso far altro che ringraziare tutti gli amici, per la bella giornata, sicuro di rivederli tutti sul fiume a caccia di una nuova avventura.
Ben.
Estate, Ascoli Piceno ARS Tronto sotto al circolo Morelli , qui il Tronto dopo un bel tratto in regolare discesa , con alcune buche e correntine più o meno veloci , rallenta verso un bellissimo costone roccioso e curva per continuare il suo cammino verso il mare .
Pesco con canna in bamboo 7’ coda 4 , la mia Mangusta costruita con l’aiuto di Gabriele . Pesco a ridosso del costone roccioso con artificiali di piccole effimere , iniziano a bollare dei cavedani veramente interessanti , vedendo però che questi disdegnano l’ artificiale che poco prima mi aveva permesso la cattura di alcune trote prendo e modifico il tip .
Stacco il tip del 14 lo doppio attorcigliandolo su se stesso e lo attacco al finale , con me c’è Matteo che curioso mi domanda perché questa modifica , completo la montatura attaccando allo spezzone doppio del 14 un tip del 10 poco più lungo di un metro e rispondo a Matteo che lo spezzone doppiato del 14 mi farà da ammortizzatore e il 10 mi permetterà di utilizzare nel migliore dei modi una delle mie piccole para-grizzly.
Monto una para-grizzly su amo 18 , alcuni falsi lanci e riesco a prendere il filo di corrente giusto , l’artificiale scompare in un’impercettibile bollata , ferro è veramente grande , il tip viene messo a dura prova , spero che l’espediente dello spezzone ritorto funzioni .
Contrasto con attenzione la difesa del pesce cercando di non dargli troppa coda , certo che la canna in bamboo fa la sua parte egregiamente e dopo alcuni minuti riesco a portare il cavedano nel guadino .
Caspita veramente un bel pesce , slamo e rilascio direttamente dal guadino .
A presto, Walter Luzi
A cura di Ubaldo Angelini
Visti gli impegni estivi di Marco, decidiamo di passare 4-5 giorni in Slovenia sulla Sava ad Ottobre 2011.
La Sava di solito e’ una certezza anche se la stagione e’ un po’ avanzata ma a volte bisogna sapersi accontentare.
Partenza in macchina e arrivo nel pomeriggio, sistemazione in hotel a Bled , cena e a letto ,stanchi ma carichi per la nuova avventura.Il mattino seguente dopo abbondante colazione facciamo i permessi e via sul fiume. La Sava ha sempre quel fascino particolare, l’acqua turchese , le buche profonde che ti fanno pensare a pesci enormi . C’ero gia’ stato diversi anni fa, anzi ricordo la mia prima uscita all’estero fu proprio sulla Sava insieme a Soca e Unec .
Il fiume si presenta con livelli buoni e i tratti per pescare non mancano di certo, ma nonostante il periodo c’e’ ancora un buon numero di pescatori, Tedeschi, francesi, e naturalmente italiani ,per cui decidiamo di vedere il tratto a monte verso il Lago di Bohinj
Vista la poca o nulla attivita’ in superficie si pesca a ninfa e streamer e i primi risultati non mancano, iridee intorno al chilo, combattive e smaliziate.La prima giornata ci regala diverse catture e anche un bel temolo.Nei giorni seguenti ci spostiamo sempre alla ricerca di zone poco affollate e stranamente quelli che sembrano gli spot piu’ belli non ci danno il risultato sperato, solo in vicinanza dei ponti, e degli accessi facili vicino la strada c’e’ pesce, la risposta viene spontanea;
qui e’ piu facile fare un ripopolamento…Infatti la conferma l’abbiamo una mattina mentre stavamo preparandoci a scendere vicino a un ponte.
Un camioncino con tre persone si ferma e scarica un bidone di trote proprio a valle del ponte e riparte lungo la strada che costeggia il fiume. Io e Marco ci guardiamo quasi increduli, in un momento il mito di un fiume era crollato, ma soprattutto era svanito in me il ricordo di un passato piu’ selvatico e vero della Sava.
Anche qui i fiumi non sono piu’ gli stessi, tranne forse qualche eccezione, e il turismo piscatorio forse vuole solo che ci siano tanti pesci . La vacanza finisce con un po di rammarico, certo non pensavo di ritrovare un fiume selvaggio, ma neanche che mi buttassero le trote sotto ai piedi !!!
Che altro dire………………………
Al prossimo racconto 🙂 Ubaldo Angelini
Scritto da Remo Blasi
E’ risaputo che c’è un pesce che, forse più di ogni altro, accende in ogni pescatore a mosca una scintilla particolare: il temolo.
In una sera al club, parlando del nostro amico timallide, ci balza subito in testa l’idea di doverlo affrontare quanto prima.Senza perder tempo, organizziamo un’uscita di pesca direzione Tai di Cadore, dove ad aspettarci c’è l’amico Angelo Piller che, oltre che a gestire la splendida struttura di Villa Marinotti dove soggiorneremo, è, prima di tutto, grandissimo pescatore nonché tra i principali (forse il principale ma, con la modestia che lo contraddistingue, non lo dirà mai) conoscitori dei corsi d’acqua locali dove poter insidiare la nostra ambita preda.
Siamo nella prima decade di Maggio, il Piave a Perarolo (sia nella zona c C&R che nel No-Kill) offre possibilità concrete di portare al guadino esemplari dalle taglie considerevoli ma, il sottoscritto ed Antonio, forti delle dritte forniteci da Angelo, ci dirigiamo verso il lago di Auronzo, anche conosciuto come lago di Santa Caterina, un lago artificiale che sorge nei pressi del comune di Auronzo di Cadore.
Qui si immette l’Ansiei, un affluente del Piave, creando un’ampia zona in cui il temolo è presente in maniera massiccia. Teniamo a sottolineare che il tratto in questione è libero e quindi non sottoposto a regolamento specifico.Non ci rimane che metterci all’opera sperando di incappare in una giornata difficile da dimenticare.
In mattinata, a dire il vero, il sottoscritto ebbe un po’ troppi problemi con le ferrate e diede luogo alla sagra del “liscio”, mentre Antonio riuscì a prendere dei bei pesci.Decidiamo di fare una pausa ristoratrice nella pizzeria a bordo lago da dove uscì ripromettendomi di non pescare il giorno dopo se la prossima ferrata l’avessi mancata.
Beh, forse la pizza, forse la birra, da quel momento cominciò veramente la giornata da evidenziare in rosso sul calendario. Iniziò una lunga serie di catture l’ultima delle quali dava sempre più soddisfazione della precedente.
Risalimmo inoltre il fiume, trovando un ambiente particolare in cui riuscimmo ad insidiarli in ogni dove, in grosse lame, in raschi, nei rigiri ai margini del fiume.Beh, mai più di questo giorno, possiamo dire di aver centrato l’obiettivo: volevamo il temolo? Non potevamo chiedere di più.
Ora non ci resta che elencare i ringraziamenti d’obbligo per quanto vissuto in questa indimenticabile giornata.Il primo va sicuramente al posto ed alle condizioni, particolarmente favorevoli, che ci hanno permesso di tirar fuori pesci veramente degni di nota.
Il secondo lo dobbiamo sicuramente ad Angelo che ha saputo interpretare i nostri desideri suggerendoci dove andare.Il terzo ed ultimo non può che andare a lui: il nostro amico temolo.Grazie e a presto, Remo.
Ho avuto la fortuna di pescare in questo tratto in diversi periodi dell’anno e devo dire che ogni volta mi ha regalato giornate di pesca molto interessanti, per i pesci di qualità e per la conformazione del fiume che rende l’azione di pesca varia e tecnicamente impegnativa.
Ad inizio stagione (metà Marzo – metà Aprile), l’attività in superficie è buona con schiuse e bollate presenti per gran parte della giornata.
Verso Giugno ho ottenuto buoni risultati con formiconi in foam e grosse ninfe fatte ballare nei correntoni, vedere lo stop del finale e ferrare restando, per un secondo, con il dubbio di aver agganciato un tronco fino a che inizia il combattimento con le grosse fario o terribili iridee che mettono a dura prova i finali del 14-16 che normalmente uso, bellissimo !
Pesci comunque in piena forma e ben pinnati come questa fario presa dal mio amico Massimo a secca.
In estate , Luglio-Agosto , forse è il periodo più difficile per via delle alte temperature e la scarsa attività durante le ore centrali ma pescando a ninfa e streamer durante il giorno e a secca alla sera , ci si diverte in un contesto straordinario come quello delle dolomiti !
L’ultima uscita l’ho fatta a Settembre ed ho voluto pescare tutto il tratto dalla mattina alla sera, sondando ogni mattonella d’acqua, con terrestrial, mosche da caccia e micro ninfette, quest’ultime mi hanno dato enormi soddisfazioni praticando una pesca “ZEN” nelle acque più basse , restando sempre molto concentrato e attento ai minimi particolari (che hanno fatto la differenza) risalendo il fiume e pescando prima davanti a me,dove avrei messo piedi poco dopo ed è li, in un palmo d’acqua che ho catturato questa splendida fario !Ha preso la mia piccola ninfa ( su amo del 18-20) montata con fagiano e due giri di seta floss arancio prima della testa realizzata con una pallina di tungsteno color oro di 2,5 mm. In questo caso avendo la luce del sole che mi bruciava la superficie dell’acqua, devo dire che le cose che hanno fatto la differenza sono stati l’avvicinamento e sopratutto l’utilizzo dello strike indicator in foam adesivo ( tipo Pinch On Float). Questo tipo di strike per me è formidabile in quanto ti permette un approccio discreto e di avvertire in tempo reale la mangiata,per cui la ferrata arriva quasi contemporaneamente 🙂
Che dire, Santo Stefano di Cadore, ottima meta per chi ama la montagna , le dolomiti, la pesca a mosca !
La canna che ho utilizzato è una 9′ per coda 4 ma anche una coda 5 va benissimo dovendo pescare a streamer o con grosse ninfe.
Il tratto è lungo circa 4 Km ed è a numero chiuso per max 6 pescatori al giorno .
E’ consentito l’utilizzo di un solo artificiale senza ardiglione, per i permessi di pesca rivolgersi a : Cartolibreria Gant – informatica Gant via San Candido, 32 – 32045 Santo Stefano di Cadore ( BL) Tel 0435.62559
Per la sistemazione io ho scelto Villa Marinotti che si trova nella vicina Tai di Cadore (BL) con l’amico Angelo Piller, grande conoscitore di queste acque ma sopratutto grande pescatore, sempre disponibile per consigli pratici e indicazioni su questo tratto di fiume.
Si è vero avere la ARS TRONTO a pochi Km da casa o dal lavoro è una vera fortuna ma qualche volta capita di voler cambiare tecnica o tipo di acqua e a quel punto si parte alla ricerca del classico laghetto per praticare una pesca diversa,con esche e prede diverse e difficoltà che mettono alla prova la nostra capacità di adattarci alle situazioni di pesca.
Pescare al lago è molto rilassante è farlo con il belly boat è il massimo! Sembra davvero di essere isolati da tutto e tutti e ci si ritrova a stretto contatto con la natura .
Potersi muovere in acqua, grazie alle pinne montate sugli scarponi o direttamente sui calzari dei waders, ci fa sentire parte integrante dell’ambiente in cui stiamo pescando, quando ci si muove in silenzio e nei momenti di pausa si vedono i pesci che nuotano sotto il belly.
Questa tecnica praticata con il belly ci permette di raggiungere gli angoli più impervi dello spot di pesca di conseguenza si hanno più attacchi e possibilità di catture
la canna che solitamente si usa è una 9′ o 9,6″per coda 7-8 ottima sia da riva che con il belly, le mosche più utilizzate in questo lago sono i popper in foam lanciati sotto la sponda ”
Il belly boat si può sgonfiare e trasportare dentro la sacca all’interno dell’auto oppure lasciarlo gonfio e legarlo sul portapacchi ( dipende dalla frequenza di utilizzo).
Pescando i bass con gli streamer o popper può capitare di catturare qualche lucciotto per questo sarebbe meglio utilizzare uno spezzone di fc oppure un cavetto d’acciaio per non richiare di perdere il “trofeo ” ma corriamo il rischio di compromettere la naturalezza dei movimenti dell’artificiale.
a cura di Aldo Angelini
Quando mi chiedono come e’ iniziata la passione per la pesca con la mosca, non posso fare ameno di ricordare il mio Maestro.
Non lo chiamavo cosi’ e tantomeno istruttore, ma semplicemente Luciano, Luciano Di Nicola.
Di origine Abruzzese (Teramo) ex tassista a Parigi, tabaccaio ad Ascoli Piceno, mi raccontava che il suo lavoro a Parigi lo portava spesso ad accompagnare clienti a pesca nel nord della Francia ,in Normandia, dove all’epoca i salmoni e le trote di mare risalivano alcuni fiumi e fu allora che vide pescare con una tecnica nuova per lui che lo appassiono’.
Tornato in Italia con un bagalio tecnico e scientifico appreso dai numerosi libri di autori francesi sulla pesca a mosca, divento’ per me un punto di riferimento, anche perché’, ad Ascoli, nel 1972 di pescatori con la coda di topo non ne conoscevo, forse erano 2-3 a modo loro, (il maresciallo Montanari, Franco Loggi che usava la moschera sul Tronto e qualche altro che non ricordo) .
Andavo al suo negozio ogni giorno, e fra un cliente e l’altro mi disegnava su un cartoncino le sequenze di costruzione degli artificiali,(March Brown, Greenwell’s Glory, Tod Fly, e tante altre).
Costruivo come un matto, e portavo poi gli artificiali al suo giudizio e dopo averli visionati, ricordo i suoi commenti : qui hai messo troppo dubbing, questa ha le ali troppo lunghe, la coda e’ un po corta, il collarino non e’ proporzionato.
Consigli e critiche che accettavo con dovuto rispetto, come un allievo accetta un voto dal suo insegnante, e nello stesso tempo mi stimolavano a migliorare. Le prime uscite nei torrenti Abruzzesi (Tordino, Rocchetta, Castellano, Vomano) erano per me emozioni nuove, e in rispettoso silenzio ,sempre un passo indietro, lo seguivo e fissavo nella mente ogni suo lancio, ogni avvicinamento, ogni cattura, fino a quando un giorno mi disse: “ora lancia tu, la vedi..?con delicatezza,… vai…” L’emozione e il timore mi fecero anticipare la ferrata…. Mi sarei sprofondato per la figura fatta ma lui con il sorriso di chi sapeva… mi diede una pacca sulla spalla e mi invito’ a ritentare nella buca piu’ a monte dove ebbi piu’ successo.
Era di poche parole, e i consigli te li dava con il contagocce stimolando sempre di piu’ la curiosita’ e l’interesse.Lo ricordo sempre con affetto e stima, e se ancora oggi sono appassionato e ho ancora voglia di conoscere questo infinito mondo della pesca a mosca lo devo anche a lui.
Grazie Luciano
nella foto siamo a Castel di Sangro , io , Luciano e Sandro (dx a sx )
Testo e Foto : Massimo Feliziani e Stefano Vitellozzi
Che dici Stefano, partiamo?
Ieme!!
E cosi in pochissimo tempo si è deciso e organizzato un giro nella Baviera, a pesca nei fiumi gestiti da Rudi Heger ed anche in un tratto della Weisse Traun gestito dalla pensione dove abbiamo soggiornato.
Il consiglio che abbiamo ricevuto appena arrivati è stato quello di prendere le abitudini germaniche, fare cena alle 18.00 per godersi dei fantastici coup de soir!
Che dire, itinerario semplice, poco impegnativo ma in grado di regalare belle soddisfazioni, pesci combattivi, iridee di ottima qualità e fario selvatiche.
Naturalmente durante le prime ore della giornata e durante la serata si pesca solo con mosca secca (incredibili le schiuse di yellow sally) durante il resto del giorno si pesca a ninfa, noi siamo andati alla fine di luglio e l’attività è stata costante durante tutto l’arco delle giornate.
Naturalmente gli scenari sono quelli tipici della Baviera, bellissimi, gli abitanti della piccola cittadina di Siegsdorf molto cordiali e ci si trova a 30 min di macchina sia da Salisburgo che da Monaco per cui valido anche come punto di partenza per una vacanza con la famiglia. Da consigliare
Per maggiori dettagli:
massimo@flyfishingadventures.it stefano@flyfishingadventures.it