Mi sono avvicinato alla costruzione delle canne in bamboo grazie a mia figlia: un giorno disegnò una canna da pesca in legno, vi attaccò un filo di lana con appeso un pesciolino e mi chiese : “ti piace papà ?” “Perché non ne costruisci una ?” E così feci.
Da quel momento è diventato un vero e proprio hobby che occupa sempre più le mie giornate e dal quale ora diventa difficile staccarmi. Iniziai con delle ricerche su internet, prendendo informazioni sui materiali e le attrezzature da usare. Navigando sempre su internetvenni a conoscenza di un’associazione di costruttori di canne in bamboo, la IBRA, che riunisce costruttori conosciuti in tutta Europa.
Così iniziai a costruirmi tutte le attrezzature necessarie per la costruzione: impiegai circa quattro mesi per la planing form seguendo il progetto di gabriele Gori, presidente dell’IBRA. Una volta terminata la planing form dovevo reperire il bamboo. Non sapendo dove comprarlo, sono andato lungo le rive del fiume Tronto, dove trovai le mie prime aste.
Dedicai la mia canna a mia figlia e le diedi il nome di Diavoletto perché era il suo soprannome; la seconda la dedicai a mio figlio, chiamandola Zuccavuota perché era il nome che mia figlia voleva dare al fratello.
Avendo letto che nel mese di Maggio si sarebbe tenuto un incontro con tutti gli associati IBRA, telefonai a Moreno Borriero per chiedere se potevo parteciparvi e far vedere le mie due canne. Egli mi invitò al raduno ed in quella occasione mi chiese se volevo iscrivermi all’IBRA, cosa che feci con estremo entusiasmo.
In questo mondo ho conosciuto autorevoli costruttori pronti a darmi tutte le informazioni a me sconosciute, persone splendide il cui motto è quello della divulgazione e in prima linea ci metto Marco orlando Giardina MOG che con la sua esperienza storica ti incanta con le sue lezioni, un grazie particolare lo devo ad Alberto Poratelli che con la sua cultura, esperienza e pazienza mi ha offerto dei preziosi suggerimenti sulla costruzione.
Ormai sono diverse primavere che seguo la IBRA sia nei raduni nazionali che Europi, partecipandovi con grande entusiasmo e portando sempre a casa un bagaglio informativo a me utile, tanto che ormai sono arrivato a costruirle con misure completamente personali, il mio laboratorio se così si può chiamare è rimasto sempre lo stesso con attrezzatura semplice ed auto costruita. Si ho detto misure personali perché ho cercato di adattarle al mio modo di pesca cercando in questo modo di farmi correggere i miei errori sui lanci. Vorrei concludere questo mio racconto sottolineando che esso non è diretto ad una valutazione sulla qualità delle canne, ma solamente per far conoscere il modo in cui mi sono avvicinato a questo fantastico mondo del bamboo.
Un ultimo ringraziamento va a mia moglie che ha supportato i miei risvegli notturni, durante i quali le chiedevo un parere sulle misure o altro, ricevendo un semplice “dormi, ne parliamo domani mattina”