Ogni cucchiara, ‘na coteca

Ogni cucchiara, ‘na coteca

marco2Fortunatamente pur essendo abbastanza avanti con gli anni e nonostante la grave crisi economica attuale, l’epoca in cui ho vissuto finora, non ha conosciuto la vera fame, quella dei nostri nonni, patita durante la guerra e nell’immediato dopoguerra, quando spesso fare due pasti al giorno era da ricchi, dove brodaglie e minestroni i cui ingredienti erano spesso lasciati all’immaginazione piuttosto che elementi reali, erano l’unico pasto quotidiano. Era così, bisognava accontentarsi perché quello passava il convento. Se poi fosse stata migliore quella condizione rispetto all’opulenza ed allo sperpero dei giorni nostri, beh questo non saprei dirlo e comunque non mi interessa nemmeno entrare nel merito. 20140913_133554Sta di fatto che, stando ai racconti dei miei nonni, ogni qual volta ci si metteva a tavola davanti a sbobbe brodose spesso a base di fagioli o patate, la speranza era quella di tirare su con il cucchiaio almeno qualche pezzetto di cotica o salsiccia una volta ogni tanto. Ovviamente nell’immaginario collettivo poter “pescare” ad ogni cucchiaiata un boccone prelibato con un pezzetto di ciccia era il sogno più ambito, tant’è che nel comune parlare di quei tempi la locuzione “ogni cucchiara ‘na coteca” divenne un modo di dire che stava a significare una condizione di vero privilegio. 20140913_135727E questa è la frase che mi è venuta in mente quando per la prima volta sono sceso a pescare nel no kill dell’Ansiei con i miei amici Remo e Massimo. Appena arrivato in alveo il colore un po’ bianchiccio dell’acqua mi aveva lasciato qualche perplessità, ma dopo aver effettuato i primi due lanci, due di numero, con relativa cattura di due pesci (ogni cucchiara….), beh ogni dubbio è svanito così come la leggera nebbiolina del mattino. 20140913_121741I raggi del sole ormai incontrastati, illuminavano la miriade di insetti, varie specie di plecotteri ed effemerotteri, che schiudevano costantemente e salivano dalla superficie dell’acqua. Remo, Massimo ed io con l’adrenalina a mille, ci alternavamo nella pesca utilizzando prevalentemente red spinner di varie dimensioni e a volte qualche imitazione di plecottero (le leuctra fusca facevano da padrone). WP_20140913_002Un vero sparo di fuochi di artificio, le catture si susseguivano a ripetizione sia su pesci che bollavano, sia in caccia. Pesci dalla livrea e dalle pinne veramente stupendi e di taglia discreta. Insomma, catture a non finire, tranquillità di un fiume bellissimo, ottima compagnia di amici, cosa si poteva pretendere di più? L’auspicio è che presto ci sia di nuovo l’opportunità di mangiare questa minestra.

Marco Travaglini

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