Alla fine degli anni 90 ero totalmente preso dallo spinning, dal surf casting dalla pesca al colpo, la trota lago e la pesca al tocco , all’epoca la pesca a Mosca non mi sfiorava neppure forse perché non mi arrivavano abbastanza informazioni, forse per via del focus troppo incentrato sulle altre tecniche .Un giorno però accadde qualcosa, andai in svizzera per trascorrere le vacanze da mio cugino che vive a Zurigo, insieme a lui ho pescato fin da quando eravamo piccoli, alla foce, dagli scogli, al laghetto ecc. siamo cresciuti conservando e coltivando la stessa passione.
Dunque arrivato a casa sua iniziammo subito a pianificare la giornata di pesca che ci aspettava l’indomani .In quel periodo avevamo un obiettivo comune , catturare un luccio di grosse dimensioni. ci sedemmo per terra con la cassetta da pesca aperta , sulle gambe le varie riviste e libri che citavano il famoso esocide, le attrezzature , fili, finali, artificiali sparsi davanti a noi, immersi nel caos totale e le nostre attuali mogli ci guardavano sorridendo chiedendosi se avrebbero fatto bene a sposarci 🙂
Eravamo diretti al Sihlsee un lago famoso per i grossi lucci presenti, dove la tecnica principe era la traina con i grossi minnow o una sorta di casting con siliconici. Ricordo benissimo quel momento propedeutico , fatto di sogni, speranze ,illusioni, che a volte diventavano la cattura dell’anno altre volte invece si materializzano con il mega cappotto 🙂
Il briefing era terminato, canne,mulinelli,montature erano ok e iniziammo a riordinare il caos, la mattina seguente ci saremmo svegliati prestissimo così sistemammo il tutto, compreso i libri. Fu in quel momento che mi capitò tra le mani quel libro, “il libro”, l’Enciclopedia della pesca a mosca di Charles Jardine, mi incuriosì la copertina con elementi che non riconoscevo, con gli elementi che compongono l’immenso e affascinante mondo della pesca a Mosca.
Mio cugino mi vide attratto da quel libro e disse :“è un libro molto interessante se vuoi te lo regalo”. Io inizialmente pensai di sfogliarlo soltanto ma poi accettai di tenerlo.
Tornato a casa dalla vacanza, iniziai a leggerlo e man mano che andavo avanti, tutte le tecniche che praticavo , le decine e decine di canne mulinelli che avevo in garage sembravano svanire nella mia testa per lasciare spazio a questo nuovo mondo fatto di code di topo ,di strani mulinelli , di canne che producevano volteggi che disegnavano in aria vere e proprie opere d’arte, di mosche artificiali.
Sul libro venivano riportate l’arte del lancio, l’arte della costruzione delle mosche con l’illustrazione dei dressing , le varie tecniche di pesca da approfondire descritte dal l’autore e molto altro, tutto questo mi ha tolto ogni dubbio, io avrei iniziato a pescare a Mosca.
Mia moglie (allora la mia fidanzata) , fece il resto , mi regalo un kit per la costruzione delle mosche , con morsetto piume, filati ecc.Seguirono canna,mulinello,coda e via , iniziai il mio percorso che ancora oggi mi lega alla pesca a Mosca e mi porta a voler migliorare la tecnica di lancio, a ragionare sulle situazioni di pesca, a scoprire nuovi luoghi dove pescare, a conoscere altri pam e prendere spunto dalla loro esperienza, a praticare il Catch & Release!
Oggi Il libro è famosissimo, lo conoscete sicuramente per cui vi risparmio la descrizione, ma un grazie lo devo senza dubbio ad una persona, mio cugino .
Antonio Napolitano