Foto e Testo = REMO BLASI
PERIODO = Estate 2012
Quanti PAM, almeno una volta, hanno desiderato di avere a “portata di canna” un luogo dove poter esercitare l’attività alieutica preferita? Un luogo che non richieda necessariamente trasferimenti paragonabili a traslochi per dar modo alle proprie code di distendersi o ai propri finali di raggrupparsi alla ricerca dell’ambita preda? Un luogo che, terminata una giornata stressante di lavoro, permetta di immergersi in un ambiente accogliente per ritemprare le meningi?
Io credo che in molti se lo siano chiesto e così anche i PAM del “Flyfisherman Club” di Ascoli Piceno che, anche grazie alla collaborazione dell’amministrazione provinciale locale, sono riusciti nell’intento di rispondere alle domande poste sopra creando la A.R.S. Tronto di cui ci accingiamo a parlare.
La riserva, sebbene si “snodi” per circa 4 km nel percorso che il fiume Tronto compie solcando la città di Ascoli Piceno, mantiene tutte le caratteristiche di un ambiente naturale gradevole sia ai pescatori che ai non “addetti ai lavori”. La popolazione di salmonidi presente è costituita da trote fario (mediterranee e puccini) e da sporadiche trote iridee, frutto, quest’ultime, di ripopolamenti legati al passato.
Il “Flyfisherman Club” (sempre coadiuvato come già detto da addetti del settore Caccia e Pesca della Provincia di Ascoli Piceno) non solo si occupa del ripopolamento della riserva ma ne monitorizza sempre lo stato constatando, tra l’altro, l’avvenuta riproduzione di specie immessa in ripopolamenti precedenti.
La “popolazione entomologica” presente in riserva è costituita sia da effemerotteri (del genere Baetis, Caenis, Ephemera, Ecdyonurus in particolare) che tricotteri.
Per quanto riguarda i livelli, essi sono condizionati dall’affluire di due torrenti (il Castellano ed il Chiaro) ma, ancor più, da un paio di dighe, a monte della città, che, in base alle necessità, potrebbero rilasciare più acqua della norma con l’ovvia conseguenza di alterare i livelli stessi.
Per limitare tale fenomeno si è giunti ad un’accordo con l’ente gestore di tali dighe che si è impegnato a ridurre al minimo i problemi appena menzionati. C’è anche da precisare, ad onor del vero, che la presenza di tali dighe permette che la temperatura dell’acqua non vada mai oltre i 18 gradi anche nel periodo estivo, garantendo un habitat ottimale alla popolazione di salmonidi presenti.Per quanto riguarda l’acqua che i due affluenti possono riversare dipende molto dagli eventi atmosferici più prossimi alla nostra uscita….
Ah, dimenticavo, ogni volta che si decide di scendere sul fiume, sebbene sicuramente il pesce non manchi, si deve lasciare in macchina la convinzione di fare sicuramente incetta di catture (anche se se ciò può ovviamente avvenire) perché si potrebbe rimanere delusi.
Questo grazie al fatto che i ripopolamenti vengono effettuati in periodi studiati a tavolino per far sì che i pinnuti si abiutino quanto prima all’ecositema presente nella A.R.S. e rendano tutt’altro che scontata una pescata in riserva.
Inotre, ahimè, posso confermarlo di persona in quanto, proprio pochi giorni fa quando, con il mio amico Antonio eravamo impegnati in una delle nostre uscite.Erano ore che pescavo a secca e non c’era verso di far salire qualche pinnuto a ghermire la mia mosca mentre altri pam presenti in riserva, in barba “all’elite” della secca , tiravano su, ogni tanto, dei pesciotti niente male.
Fortunatamente, sono riuscito con una versione povera (privata della piuma grizzly) della Adams Parachute, pescando in caccia, a guadinare un bell’esemplare di fario presente in riserva da un po’ di tempo e ad evitare un cappotto che, con i 36 gradi presenti al momento, non si abbinava assolutamente.
Altri giorni invece mi sono divertito, come quando, vedendo delle bollate classiche da emergente, montai un emergentina di effimera alla quale avevo messo un esuvia in yarn . Beh, su tre lanci tre trote!!!!
L’appunto importante da fare è relativo alle schiuse di insetti che non si fanno attendere. Alle sei di in un mattino di Agosto, ad esempio, c’era una schiusa di Caenis che faceva ribollire il fiume come una pentola al momento di buttare la pasta. O a tarda sera quando schiudono le effimere, senza escludere le bollate su sedge di misura non certo strabiliante.
Questa è ovviamente una descrizione sommaria della A.R.S. Tronto poiché, sebbene nata da una esigenza di PAM locali, l’obiettivo che si è prefissato il Flyfisherman Club è quello di far fruire il fiume a quanti, anche da fuori, vogliano sperimentare cosa vuol dire avere in città una riserva che funzioni.
Pertanto, volontariamente, non ci spingiamo oltre nella descrizione, sperando che la curiosità di PAM in cerca di nuovi “fronti dove combattere”, li spinga a farci visita.
Per chi arriva dalla A14 si prende l’uscita per Ascoli Piceno. Si prende successivamente il raccordo Ascoli-Mare (direzione Ascoli) per uscire in direzione Porta Cartara. Da qui si va a sinistra direzione centro e si va avanti, costeggiando il Castellano sino ad arrivare al primo semaforo (dopo circa 1-1,5 km). Passate il semaforo e dopo circa 50 m girate a sinistra per prendere una strada in discesa. Da qui fate 300-400 m e vi troverete la tabella della ARS Tronto sulla sinistra e siete arrivati. Se avete problemi chiedete alla gente del luogo dove passare per andare “sotto ai mulini” (denominazione locale del posto dove si trova l’accesso principale alla riserva). Sicuramente troverete qualcuno disponibile ad aiutarvi.Per chi arriva da Roma basta che esca alla stessa uscita (Porta Cartara) e segua le inidicazioni di cui sopra.
Siamo fiduciosi del fatto che in futuro numerosi nuovi PAM verranno a farci visita soprattutto perché…. chi è venuto è anche già ritornato.