Uno dei più bei viaggi di pesca , sia dal punto di vista delle catture che per la bellezza della natura e della vacanza stessa è stato quello fatto nella Lapponia svedese, al campo di Tjuonajokk. Dopo essere arrivati a Kiruna, la città dove in inverno costruiscono l’albergo completamente di ghiaccio, con un elicottero si arriva al campo.
L’arrivo non fu dei migliori, perchè arrivati al campo venimmo chiamati a dare soccorso ad un pescatore che colto da malore quando arrivammo noi già era morto di infarto. Io , Aldo ed Antonio rimanemmo per un po’ scossi pensando al fatto che in un posto così sperduto se succede qualcosa sono dolori.
Gli alloggi fatti in legno sono situati sulle rive di un lago e da qui con delle barche si parte per raggiungere i luoghi dove ci sono le rapide che costituiscono l’habitat ideale per temoli, trote e salmerini.
Il tempo varia velocemente e può succedere che da vento freddo e nevischio se si libera il cielo dalle nuvole si può pescare in maniche corte.
Si pesca sia a ninfa che a secca, ma la cosa alla quale bisogna prestare la massima attenzione è il dragaggio. I temoli artici possono sembrare anzi lo sono, agressivi; ma se una secca non galleggia perfettamente o una ninfa presa dalla corrente viaggia in maniera anomala ti puoi scordare le abboccate. in questo è stato di aiuto lo strike indicator , la guida non sapeva cosa fosse, ma alla fine della vacanza era già uno specialista in questo tipo di pesca.
A cura di Sandro Spuria