a cura di Aldo Angelini
Quando mi chiedono come e’ iniziata la passione per la pesca con la mosca, non posso fare ameno di ricordare il mio Maestro.
Non lo chiamavo cosi’ e tantomeno istruttore, ma semplicemente Luciano, Luciano Di Nicola.
Di origine Abruzzese (Teramo) ex tassista a Parigi, tabaccaio ad Ascoli Piceno, mi raccontava che il suo lavoro a Parigi lo portava spesso ad accompagnare clienti a pesca nel nord della Francia ,in Normandia, dove all’epoca i salmoni e le trote di mare risalivano alcuni fiumi e fu allora che vide pescare con una tecnica nuova per lui che lo appassiono’.
Tornato in Italia con un bagalio tecnico e scientifico appreso dai numerosi libri di autori francesi sulla pesca a mosca, divento’ per me un punto di riferimento, anche perché’, ad Ascoli, nel 1972 di pescatori con la coda di topo non ne conoscevo, forse erano 2-3 a modo loro, (il maresciallo Montanari, Franco Loggi che usava la moschera sul Tronto e qualche altro che non ricordo) .
Andavo al suo negozio ogni giorno, e fra un cliente e l’altro mi disegnava su un cartoncino le sequenze di costruzione degli artificiali,(March Brown, Greenwell’s Glory, Tod Fly, e tante altre).
Costruivo come un matto, e portavo poi gli artificiali al suo giudizio e dopo averli visionati, ricordo i suoi commenti : qui hai messo troppo dubbing, questa ha le ali troppo lunghe, la coda e’ un po corta, il collarino non e’ proporzionato.
Consigli e critiche che accettavo con dovuto rispetto, come un allievo accetta un voto dal suo insegnante, e nello stesso tempo mi stimolavano a migliorare. Le prime uscite nei torrenti Abruzzesi (Tordino, Rocchetta, Castellano, Vomano) erano per me emozioni nuove, e in rispettoso silenzio ,sempre un passo indietro, lo seguivo e fissavo nella mente ogni suo lancio, ogni avvicinamento, ogni cattura, fino a quando un giorno mi disse: “ora lancia tu, la vedi..?con delicatezza,… vai…” L’emozione e il timore mi fecero anticipare la ferrata…. Mi sarei sprofondato per la figura fatta ma lui con il sorriso di chi sapeva… mi diede una pacca sulla spalla e mi invito’ a ritentare nella buca piu’ a monte dove ebbi piu’ successo.
Era di poche parole, e i consigli te li dava con il contagocce stimolando sempre di piu’ la curiosita’ e l’interesse.Lo ricordo sempre con affetto e stima, e se ancora oggi sono appassionato e ho ancora voglia di conoscere questo infinito mondo della pesca a mosca lo devo anche a lui.
Grazie Luciano
nella foto siamo a Castel di Sangro , io , Luciano e Sandro (dx a sx )