Mi è capitato spesso di trascorrere intere giornate di pesca , affrontando il fiume con diverse tecniche che mi hanno permesso, adattandomi alle diverse situazioni , di effettuare discrete catture cambiando l’assetto del mio finale esattamente come cambiava il modo di alimentarsi dei pesci, dunque tornare a casa soddisfatto e appagato . Eppure quando a fine giornata, arrivava il momento di effettuare l’ultimo lancio riponevo in esso la speranza di beccare l’esemplare di taglia o il pesce più bello della buca, quasi come l’occasione del gol-partita a tempo scaduto ! altre volte invece lo utilizzavo solo per tirare fuori tutta la coda per poi riporla in maniera ordinata nel mulinello 🙁
Bene, vi racconto quello che è successo durante una giornata di pesca in un tratto appenninico del fiume Tronto in compagnia del mio amico Remo.
Siamo nel periodo estivo per cui vista la conformazione del fiume e le alte temperature decidiamo di pescare in caccia risalendo il torrente pescando alternati per evitare di spaventare i pesci smaliziati durante gli spostamenti.
Nei momenti di attività peschiamo utilizzando delle Adams Irristestible ( mosca preferita di Remo) e Attila killer o Royal Wulff alternando il tutto ad una pesca a ninfa light , in fase di switch non cambiamo il finale ma semplicemente accorciamo o allunghiamo il tip in base all’esigenza per essere pratici ed immediati.
Nei momenti in cui i pesci erano fermi , abbiamo avuto la massima resa utilizzando una micro ninfa tipo pheasant tail su amo del 16-18 con spot rosso , montata con un piccolo strike indicator in foam .In questo modo abbiamo ottenuto diverse catture con diversi modi di pescare a mosca arrivando così alla sera .
A quel punto potevamo ritenerci soddisfatti ma nella mia testa sarei tornato indietro volentieri di 50 mt per giocarmi un ultima carta in uno spot dove poco prima avevamo pescato troppo velocemente e forse anche male . in prima battuta vista la stanchezza e comunque la buona giornata di pesca potevamo anche accontentarci e quindi iniziammo a percorrere il sentiero che ci avrebbe portato alla macchina ma si sa basta uno sguardo per capire se ti trovi con un pescatore come tanti o con un ossessionato come te e pochi secondi dopo siamo di nuovo diretti sul fiume con la luce del sole che diminuisce e preannuncia in nostro coup de soir.
Arriviamo e notiamo subito che le trotine che c’erano prima erano sparite nonostante gli insetti e le buone condizioni , Remo inizia ad effettuare alcuni lanci precisi sotto sponda e viene premiato con un paio di belle fario rustiche e ben pinnate, mi cede poi il posto indicandomi l’inizio della buca dove gli era sembrato di vedere una bollata di un pesce interessante.
Avevo un tip del #12 e lo sostituisco con uno del #16 montando una sedge su amo del 14, volteggio cercando di effettuare una sola posa piuttosto precisa, decido di stendere il finale e chiudere il lancio con la canna alta, in questo modo ho potuto creare un onda con il vettino dall’alto in basso provocando “la classica pattinata” della sedge che cade in acqua proprio in prossimità del punto indicatomi da Remo, vedo la scia creata della mia mosca e una gobba pinnuta che mi toglie il fiato …… ferrata , canna piegata e recupero !Remo mi aiuta a guadinarla e mi da il 5 🙂
Un pesce che definirei perfetto per molti motivi, perfetto per la bellezza, per la taglia, per il punto e la difficoltà di cattura, perfetto per il contesto.
A presto, Antonio